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Nel 2008, prendendo spunto da una vecchia quanto famosa canzone di Battisti, che recitava: "...al 21 del mese i nostri soldi erano già finiti...", avevamo verificato in che condizioni economiche vivessero gli italiani. Quest'anno, dopo quattro anni di pesante crisi economica, abbiamo voluto riproporre lo stesso sondaggio, così come avevamo promesso all'epoca. (N.B. La domanda quest'anno era più "seriosa", legata ad una dichiarazione del ministro per lo Sviluppo economico Passera, ma le risposte possibili erano le stesse, e qui abbiamo preferito riproporre la domanda ricorrendo all'indimenticabile coppia Mogol-Battisti.)

Quello che salta subito all'occhio è come, contrariamente a quanto si sarebbe potuto forse immaginare, sia cambiato sostanzialmente poco. In realtà si sta effettivamente ed obiettivamente peggio, e tutti i dati e gli indicatori economici, finanziari e sociali lo dimostrano chiaramente. La spiegazione è però semplice, prettamente psicologica (se vogliamo anche "grossolanamente" psicologica): nel 2008 era chiaro che stavamo tutti di fronte ad una forte crisi, e la paura era tanta; ora siamo dentro la crisi, e la sofferenza è tanta. Ma, come sanno tutti gli psicologi, la paura non è meno forte della realtà, e può condizionare altrettanto se non di più, com'è successo nel nostro caso. Così che, a distanza di 4 anni, e con un panorama generale fortemente mutato, i risultati sono simili.

Analizzando i risultati vediamo come quasi 2 italiani su 3 siano in forte sofferenza economica, e la maggior parte di questi si dichiari addirittura disperata.

C'è poi un 9% circa che dichiara che avrebbe introiti sufficienti, ma che riesce ad andare avanti solo accumulando debiti, spendendo quindi più di quanto guadagna (e qui il problema diventa tutto loro).

Il restante 28% circa non ha problemi, e vive più o meno bene.

Va detto che tutta questa ripartizione percentuale, soprattutto per gli ultimi due gruppi che andrebbero quasi invertiti come percentuali, non corrisponde per niente a quanto rileviamo quasi quotidianamente nelle nostre indagini estese, a pagamento. I dati che riportiamo nella tabella non sono quindi veritieri? Riteniamo invece che lo siano, ma siano validi solo per quella parte della popolazione che naviga su Internet (e ha risposto al nostro sondaggio online). Ma resta esclusa una grossa parte della popolazione (anziani, rurale-arcaica, giovani solo smartphone e social network, ecc.).

Raccomandiamo perciò cautela, perché un argomento del genere richiederebbe specifiche ricerche di approfondimento (ovviamente a pagamento), e una significatività statistica che un sondaggio online free non può certamente avere. La tabella seguente ha, quindi, valore puramente indicativo, in quanto il campione non è stato selezionato secondo criteri socio-demografici di rappresentatività della popolazione. Se desiderate un sondaggio o una ricerca di mercato sicuramente rappresentativi, contattateci per uno studio ad hoc.

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