A richiesta ripubblichiamo, aggiornato, l'articolo postato un mese fa.
Tra tante ricerche di mercato serie, ogni tanto ci vuole un sondaggio leggero, come questo che tende ad appurare se, secondo gli intervistati, i giornalisti che cercano di pronunciare i nomi di personaggi "italo-stranieri" secondo la pronuncia della nazione estera di nascita o di residenza, si comportino da ignoranti. Premesso che anche tra i giornalisti esistono, come in tutte le categorie di lavoratori, personalità dai più diversi livelli intellettuali e professionali, possiamo subito riassumere la risposta in:
sì, da questo punto di vista i giornalisti italiani sono diffusamente ignoranti
e, come vedremo, lo sono per due italiani su tre.
Ovviamente non si tratta di un delitto, c'è veramente di peggio, ma, visto che soprattutto i giornalisti televisivi fanno da traino alla lingua italiana, il quesito ci è sembrato intrigante.
Premessa
Alcuni "punti fermi" attraverso cui inquadrare l'argomento:
- gli stranieri che pronunciano un cognome italiano secondo la propria lingua sbagliano, commettono un errore, veniale se vogliamo, ma chi lo perpetua essendo italiano lo commette doppiamente;
- non è comunque vero che tutti gli stranieri si comportino così, infatti, mentre è vero che i francesi (giornalisti e non) hanno tremende difficoltà a pronunciare i nomi italiani senza l'accento sull'ultima vocale, non è quasi mai vero per spagnoli, argentini, uruguaiani, che si sforzano di pronunciare i nomi italiani all'italiana, quasi sempre riuscendoci (vedere una partita di calcio con la cronaca di queste nazioni per crederci); è invece vero che gli anglofoni storpiano spesso terribilmente i nomi italiani, ma i nostri giornalisti in questo caso preferiscono "stranamente" (vedere sotto) soprassedere;
- esiste, poi, l'ignoranza tout court della lingua straniera in cui i nostri giornalisti tentano di pronunciare il nome. Un esempio per tutti, su centinaia di casi: Bogliacino (attualmente calciatore del Napoli, italo-uruguaiano) col cognome che viene sempre pronunciato Bogliasino, forma che non è né italiana (ovviamente) né spagnola (neanche secondo una eventuale pronuncia uruguaiana) dove dovrebbe essere, semmai, Bog-liasino (col gl di glicine).
Come nasce questa mania di immolare la pronuncia italiana a favore di a volte fantomatiche pronunce straniere?
Alla base c'è la volontà di non apparire assolutamente nazionalisti, conseguenza collaterale emersa dopo la sconfitta nella seconda guerra mondiale, sconfitta che ci aveva fatto perdere ogni residuo di nazionalismo dopo la triste "sbornia" (al riguardo) del periodo fascista. A supporto di questa forma di antinazionalismo linguistico (che si basa sull'antinazionalismo tout court) si aggiunse anche il fatto che per decenni gli intellettuali italiani sono stati prevalentemente di sinistra (quindi antinazionalisti) e che, obiettivamente, molti italo-stranieri, soprattutto francesi ma non solo, si vergognavano delle loro origini e ci tenevano a prendere le distanze dalla terra d'origine (in Francia, nella fattispecie, ad un certo punto si assistette ad un miracoloso moltiplicasi dei corsi).
C'è poi una forte ignoranza di fondo dei nostri giornalisti (vedere, al riguardo, il sondaggio "Giornalisti ignoranti - 2"), che cercano di palesare una cultura - in realtà assente - con improbabili pronunce straniere. Così queste pronunce "strane" sono diventate la norma, quasi un "famolo (= pronunciamolo) strano" di verdoniana memoria, o, un siamo ignoranti ma "nun famose riconosce" alla Sordi. Ma molti italiani imparano l'italiano dalla TV, e questo comportamento contribuisce a diffondere e perpetuare gli errori.
Due testimonianze
- Ricordo un'intervista a Michel Platini, appena acquistato dalla Juventus, che invitò il giornalista a chiamarlo Platini e non Platinì, ma siccome neanche lui riuscì a pronunciare il proprio cognome completamente senza accento sull'ultima i, l'effetto fu quasi comico e l'appello rimase inascoltato; comunque, se contasse il pensiero...
- Siamo riusciti ad intervistare uno dei cronisti sportivi che storpiano sistematicamente i cognomi "italo-stranieri", intervista che preferiamo non riportare per "carità di patria", con l'eccezione di due piccole "chicche":
1°. alla domanda sul perché non pronunciassero all'inglese, o all'americana, i cognomi italiani di cittadini provenienti da terre anglofone (abbiamo fatto l'esempio di noti attori), ha risposto che sarebbe stato ridicolo, avrebbe fatto tanto Stanlio e Ollio;
2°. alla sua affermazione che per i cittadini stranieri (anglofoni esclusi, come abbiamo visto...) i cognomi andavano pronunciati secondo la loro lingua nazionale, abbiamo obiettato che questo spesso non era vero (in quanto in possesso anche della nostra nazionalità), e abbiamo fatto l'esempio di un amico, di famiglia italiana a memoria d'uomo, ma dal cognome francese Lacroix, che tutti hanno sempre pronunciato "Lacruà", e abbiamo chiesto se ci consigliava di chiamarlo, da allora in poi, Lacroix, così come si scrive. Ci ha attaccato (magari giustamente, aggiungiamo) il telefono in faccia.
Che dire: forse solamente peccato che non siano esistiti degli Stanlio e Ollio francesi o spagnoli...
Risultati e commenti
Il commento dei risultati, a questo punto, può essere estremamente breve: tranne i quasi 2/3 che dicono che così facendo i giornalisti dimostrano ignoranza, (e non sono pochi: quindi 2 italiani su 3 parlano apertamente di ignoranza) tutti gli altri intervistati sbagliano.
Sbaglia sicuramente, per quanto scritto sopra, il 4,6% che dice che dimostrano cultura, e di conseguenza sbaglia anche l'8,2% che cade nella nostra provocazione, e invita a pronunciare i cognomi stranieri all'italiana. Cosa che, ovviamente, non deve essere un tabù (soprattutto se non si è cronisti), perché non tutti possono conoscere le lingue, ma sarebbe da evitare in forma istituzionalizzata per non incorrere nell'errore contrario rispetto a quello diffusamente commesso dai nostri giornalisti.
Ci sentiamo di rifiutare anche il 23% di intervistati che definiscono questo un vezzo: sarebbe tale se fossero in pochi a comportarsi così, ma siccome lo fanno quasi tutti, e da decenni, si tratta, a parer nostro, di semplice ignoranza latente.
Ma c'è veramente di peggio, ed è tutto sommato divertente sentire questi giornalisti barcamenarsi nelle loro pronunce da finti uomini di cultura.
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Per concludere va come sempre ricordato come i sondaggi online free presenti su questo sito abbiano valore puramente indicativo, in quanto il campione non è stato selezionato secondo criteri socio-demografici di rappresentatività della popolazione. Se desiderate un sondaggio o una ricerca di mercato sicuramente rappresentativi, contattateci per uno studio ad hoc.