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Questo è il terzo di una serie di sondaggi dedicati, in toto o in parte, alla qualità dall'informazione giornalistica italiana.

L'idea di base era nata all'inizio di luglio, quando valutando i risultati di un sondaggio online su chi fosse più serio ed affidabile all'interno di 1°, 2°, 3°... potere (vedere "Società 2004" nel menu "Archivio sondaggi on line"), per la prima volta in 10 anni di sondaggi online una categoria, i giornalisti per l'appunto, non aveva raccolto neanche un voto. La conseguenza quasi naturale era stata di vedere che voto i visitatori avrebbero attribuito alla qualità complessiva dell'informazione giornalistica in Italia, così, tanto per un primo semplice approfondimento.

I risultati di questo secondo sondaggio (vedere "Mass Media 2004" nel menu "Archivio sondaggi on line") erano stati pessimi per la classe giornalistica che, su un'ampia base di votanti, aveva raccolto un voto medio di 3,95: gravemente insufficiente.

In questo terzo ed ultimo sondaggio, riportato nella tabella in basso, i risultati sono ovviamente in linea con i due precedenti, anche se approfondiscono e non di poco il tema. Possiamo innanzi tutto riconoscere tre grandi aree di opinione che catalizzano il pensiero dei votanti, con ciascuna che raggiunge o sfiora un rapporto di un rispondente su quattro.

La prima che vogliamo esaminare si basa in parte su un lugo comune / non luogo comune: il conflitto di interessi del Presidente del Consiglio. Non è un luogo comune perché il conflitto di interessi esiste; è un luogo comune perché, proprio per il fatto di esistere, tende ad assorbire a priori anche eventuali problematiche comunque esistenti. Ma nelle ricerche di mercato conta relativamente poco se un problema esiste in toto, al 90% o per niente: importa principalmente se viene recepito come tale. E una percentuale del 22,2% evidenzia che ci troviamo di fronte ad un serio problema.

Ma l'aspetto più morificante per la classe giornalistica è che per il 25,3% dei partecipanti, "I giornalisti cercano lo scoop e non la verità": una condanna senza mezzi termini. E badiamo bene che, per suscitare queste convinzioni, non sono necessarie espressioni manifeste (che pure esistono) di quanto sopra. L'utente dei media nota subito i toni enfatizzati, le notizie forzate, il giornalismo di parte; per non parlare dei tanti giornalisti prestati sine die al mondo dello spettacolo o della politica, che hanno da tempo rotto la "sacralità" del ruolo. L'utente rileva ogni sfumatura immediatamente, solo gli addetti ai lavori pensano (o fanno finta di credere) il contrario.

E anche i media vengono "puniti": per il 23,4% dei partecipanti il problema principale risiede proprio presso di loro, e infatti dichiara che "I media vogliono vendere, vogliono audience, e sacrificano verità e approfondimenti". Una voce che, sommata a quella precedente (senza parlare delle altre), raccoglie quasi il 50% dei consensi. Decisamente una condanna pesante.

Cosa si può fare? Niente, non c'è niente da fare: 1° perché il giornalismo scandalistico, in termini di mercato e di audience, entro certi limiti "paga"; 2° perché in un mondo dove tutti strillano è difficile avere successo facendosi ascoltare sussurrando; 3° perché se anche tutti i media (!?) decidessero di comportarsi in modo inappuntabile, basterebbero come sempre e dovunque poche "mele marce" per "rovinare tutto il cesto"; 4° perché chi può ergersi a giudice di un "sano giornalismo"? E quindi è proprio meglio non fare niente, godendo della possibilità che abbiamo, attraverso l'estrema pluralità dei media, di scegliere l'informazione che corrisponde ai nostri criteri ottimali di selezione: il nostro "buon giornalismo" personale. Almeno finché c'è, e se c'è, questa estrema pluralità. E da questa considerazione nasce il prossimo sondaggio...


La pessima valutazione dei giornalisti e della informazione giornalistica in genere - vedere risultati sondaggi precedenti (2004) - è dovuta al fatto che:

I giornalisti cercano lo scoop e non la verità

25.28%

I media vogliono vendere, vogliono audience, e sacrificano verità e approfondimenti

23.41%

S. Berlusconi ha una posizione troppo forte (Mediaset + Governo)

22.17%

Abbiamo quello che ci meritiamo: come consumatori (di media) non valiamo più del sistema giornalistico attuale

10.09%

La nostra informazione è troppo sbilanciata a sinistra

8.47%

Mancanza di cultura giornalistica da parte di chi fa informazione

6.72%

I precedenti sondaggi non dicono che la situazione non è né migliore né peggiore di tanti altri paesi equivalenti al nostro

3.86%

Numero voti: 803.

Per concludere va come sempre ricordato come i sondaggi online free presenti su questo sito abbiano valore puramente indicativo, in quanto il campione non è stato selezionato secondo criteri socio-demografici di rappresentatività della popolazione. Se desiderate un sondaggio o una ricerca di mercato sicuramente rappresentativi, contattateci per uno studio ad hoc.


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