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Quando meno te l'aspetti qualcosa, poco, pochissimo, inizia a girare per il verso giusto: l'intervento di Draghi, lo spread, la complessiva indifferenza nei confronti delle elezioni in Grecia... All'assestato a volte basta anche un sorso d'acqua per ritrovare una parvenza d'ottimismo, e l'indice Cercom sulle aspettative di qualità della vita ad un anno dopo 7 mesi di discesa torna a salire, convintamente, a 98,1.

Ricordiamo che questo è solo un breve e sommario estratto di un'ampia e dettagliata ricerca di mercato a pagamento.


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Gli ultimi 12 mesi:

  • Febbraio 2014 (88,3): lo spread stabilmente sotto quota 200, il cambio di governo, le conferme internazionali su una sia pur debole ripresa, fanno tornare l'indice ai livelli di 28 mesi fa, in netta risalita.
  • Marzo 2014 (94,6): continua il forte trend ascendente dell'indice Cercom. Piace soprattutto "la sveglia" che il nuovo premier sta dando al mondo politico italiano e la possibilità (per molti, ma certamente non per tutti) di vedere un po' di soldi in più in busta paga. I timidi apprezzamenti internazionali e lo spread verso quota 170 fanno il resto.
  • Aprile 2014 (99,2): la primavera soffia ulteriore ottimismo su un clima di aspettative già positivo. Tutte le previsioni, nazionali ed internazionali, di crescita vengono riviste al rialzo, anche se alcuni osservatori attenti, come riportiamo nel rapporto completo, indicano il secondo trimestre come quello in cui le prime positività reali dovrebbero iniziare a riguardare anche l'Italia. Ma l'ottimismo ad un anno probabilmente è motivato, anche se magari non nella forza con cui si esprime, e l'indice Cercom sulle aspettative di qualità della vita ad un anno risale in prossimità di quota 100.
  • Maggio 2014 (99,9): l'indice e fortemente influenzato da contrastanti dati sulla ripresa così come dalla paura e poi dal sollievo per i risultati delle elezioni: partenza al ribasso e forte ripresa verso fine mese. L'indice Cercom sulle aspettative di qualità della vita ad un anno si posiziona appena sotto la fatidica quota 100 (99,9).
  • Giugno 2014 (96,6): inizia a serpeggiare il pessimismo non solo sull'effettiva possibilità di dare slancio all'economia italiana ed europea, ma anche solamente di riuscire a fare qualcosa. La politica, sia italiana che europea, è un pantano dove ci si muove a stento. In Italia, poi, sembra che si pensi più a distruggere che a costruire, in una continua campagna elettorale volta a distruggere l'avversario politico (e con lui l'Italia). Lo stesso Renzi non riesce ad andare avanti, bloccato da veti e controveti, mentre l'Italia affonda. Sembra che la legge elettorale e sul Senato siano diventate le uniche (lentissime) priorità, mentre per il resto non si fa niente, e non si riesce nemmeno a convertire per tempo in legge i decreti.
  • Luglio 2014 (99,3): il Governo sembra ben lontano dal varare una legge importante al mese, come annunciato all'insediamento. Il consueto ottimismo estivo è represso dalle evidenze.
  • Agosto 2014 (99,3): la deflazione che colpisce, ricordando gli anni lontani del dopoguerra o quasi, il Governo che non riesce a far passare uno straccio di legge... In realtà l'indice appare anche troppo elevato rispetto alle dichiarazioni.
  • Settembre 2014 (98,1): non c'è una sola notizia di macro o micro economia o finanza positiva. Dalla deflazione al PIL praticamente azzerato, alla produzione.., tutto. In questa situazione gravissima i politici sembrano ballare sulla nave che affonda. Ecco alcune dichiarazioni degli intervistati che meglio rappresentano le opinioni prevalenti (ovviamente non le uniche): i 5 Stelle pensano solo a distruggere ed affossare l'Italia, senza dare una mano, con un leader con atteggiamenti di comando anacronistici e, detto con un eufemismo, negativi; il PD contiene all'interno i propri peggiori nemici e come autolesionismo non è secondo a nessuno; Forza Italia sembra una veliero (ridimensionato) fermo in un mare senza vento; Lega e SEL sono contrari a prescindere; l'NCD prova a farsi ascoltare come un bambino ad una festa di grandi. Queste sono alcune delle definizioni (tra le più moderate...) emerse dalle dichiarazioni degli intervistati.
  • Ottobre 2014 (97,2): siamo fermi, nell'economia, nelle leggi, e nelle speranze per il futuro.
  • Novembre 2014 (96,6): tutte le rilevazioni, nazionali ed internazionali, forniscono dati e, soprattutto, previsioni al ribasso: la crisi c'è, è ancora forte, e ne siamo dentro in pieno. E se tutte le fonti sono concordi nel ripetere che non ci sono prospettive di uscirne a breve, come potrebbe un indice sulle aspettative per il futuro, volgere in positivo?
  • Dicembre 2014 (95,9): l'anno si chiude con l'indice che continua la propria discesa: tutti gli indici (produzione, disoccupazione, PIL, agenzie di rating...) lasciano prevedere molti altri mesi di crisi. L'inerzia del Governo e la valutazione disastrosa del semestre di presidenza europea completano l'opera.
  • Gennaio 2015 (98,1): quando meno te l'aspetti qualcosa, poco, pochissimo, inizia a girare per il verso giusto: l'intervento di Draghi, lo spread, la complessiva indifferenza nei confronti delle elezioni in Grecia... All'assestato a volte basta anche un sorso d'acqua per ritrovare una parvenza d'ottimismo.


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