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Da oggi è on line anche la versione i-mode del sito. E' una versione appositamente rivista nell'impostazione tecnico-grafica, non nei testi (il data base resta lo stesso) che possono risultare un po' lunghi per la consultazione da cellulare. Ma intendevo dare a tutti l'opportunità di consultazione in i-mode, senza farla diventare per questo una modalità primaria, riscrivendo per ogni pagina un apposito riassunto.


Fonte: Centro Ricerche Comunicazione e Marketing (CERCOM).
L'indice Cercom sulla fiducia nel futuro ad un anno, in termini di qualità della vita, fa registrare 93,3. Questo significa che che ci troviamo di fronte ad una buona ed ad una cattiva notizia: quella buona è che, dopo mesi di discesa si registra finalmente una risalita, e anche sostanziosa; la cattiva è che, comunque, parliamo del secondo peggior risultato di sempre, cioè dal gennaio 2004 quando è stata istituita la rilevazione.

Un commento più approfondito viene demandato al rapporto sulla ricerca di mercato specifica.


Osservatorio Sociale aspettative qualità della vita

Per concludere ricordiamo come sempre che i sondaggi online free presenti hanno valore puramente indicativo. Se siete interessati alla ricerca di mercato specifica, contatateci.


Con la fine del campionato di Serie A di calcio (spareggi-salvezza esclusi) termina anche il nostro sondaggio sui tifosi delle squadre della massima serie. Con 2000 partecipanti i risultati sono estremamente probanti, ma non trattandosi di una ricerca di mercato sviluppata ad hoc, presenta dei limiti teorici di significatività (vedere avvertenze a fondo articolo), e preghiamo quindi chi ci legge di tenerne conto: alla fine del girone di andata, quando sono stati pubblicati i relativi dati, sono stati aperti almeno 7 forum (potrebbero essere di più, ma di questi siamo a conoscenza) in diversi siti solo per commentare e analizzare i risultati: troppa grazia...

Ma passiamo subito alla classifica finale del tifo:

CLASSIFICA PER NUMERO DI TIFOSI
SERIE A - CAMPIONATO 2004-2005
CLASSIFICA SQUADRA GIR.
ANDATA
FINALE
1.
2.
3.
4.

5.
6.
7.
8.
9.

10.
11.
12.
13.
14.
15.
16.
17.
18.
19.
20.
JUVENTUS
MILAN
INTER
ROMA

LAZIO
SAMPDORIA
PALERMO
FIORENTINA
BOLOGNA

PARMA
LECCE
ATALANTA
MESSINA
CAGLIARI
REGGINA
UDINESE
LIVORNO
SIENA
CHIEVO
BRESCIA
21,0%
13,7%
11,7%
11,5%

7,1%
4,5%
4,8%
3,9%
3,0%

3,2%
2,7%
1,8%
3,1%
2,4%
1,5%
2,1%
0,8%
0,2%
0,7%
0,3%
22,3%
15,7%
13%
12%

6,5%
4,2%
4,1%
3,8%
2,6%

2,4%
2,1%
2,1%
2,0%
1,9%
1,9%
1,4%
0,6%
0,6%
0,5%
0,5%


Osservando questa classifica si nota subito come ai primi posti abbiamo le squadre a tifo "nazionale", il cui tifo è cioè ampiamente ripartito per tutto il territorio italiano: Juventus, Milan, Inter e, parzialmente (perché il cosiddetto "zoccolo duro" è nella propria città e provincia) la Roma. Queste squadre da sole raccolgono ben il 63% dei consensi. In altri termini, quasi due tifosi su tre fanno riferimento a queste quattro squadre!

Abbiamo poi cinque squadre che possono contare su grandi bacini locali (prevalentemente, perchè quasi ogni squadra italiana ha tifosi in ogni angolo d'Italia se non del mondo!): Lazio, Sampdoria, Palermo, Fiorentina e Bologna, con complessivamente il 21,2% dei tifosi.

Seguono poi le provinciali, capitanate dal Parma che in tanti anni di recenti successi è riuscita a catalizzare il tifo anche oltre la propria provincia. Subito dopo il Lecce, che con un'abile politica di comunicazione si sta imponendo come squadra del Salento (cioè provincia di Lecce, la quasi totalità di quella di Brindisi e buona parte di quella di Taranto), ampliando notevolmente il proprio bacino di tifosi. Stupiscono negativamente il Brescia (che in una situazione comparabile a quella di Bergamo riesce a "scaldare" solo un quarto dei tifosi dell'Atalanta); il Cagliari, che dovrebbe rappresentare un'isola ma non riesce a fare breccia negli storici campanilismi sardi; l'Udinese, che dovrebbe rappresentare un'intero popolo con una forte identità (i friulani), ma che, nonostante il grande campionato e la qualificazione in Champions, non va oltre il 16 posto.

Questo è quanto. Il sondaggio, visto il successo, ripartirà non appena sarà completo il quadro della prossima Serie A. Buona estate e buon "calciomercato" a tutti.

Per concludere va come sempre ricordato come i sondaggi online free presenti su questo sito abbiano valore puramente indicativo, in quanto il campione non è stato selezionato secondo criteri socio-demografici di rappresentatività della popolazione. Se desiderate un sondaggio o una ricerca di mercato sicuramente rappresentativi, contattateci per uno studio ad hoc.


Questo è il terzo di una serie di sondaggi dedicati, in toto o in parte, alla qualità dall'informazione giornalistica italiana.

L'idea di base era nata all'inizio di luglio, quando valutando i risultati di un sondaggio online su chi fosse più serio ed affidabile all'interno di 1°, 2°, 3°... potere (vedere "Società 2004" nel menu "Archivio sondaggi on line"), per la prima volta in 10 anni di sondaggi online una categoria, i giornalisti per l'appunto, non aveva raccolto neanche un voto. La conseguenza quasi naturale era stata di vedere che voto i visitatori avrebbero attribuito alla qualità complessiva dell'informazione giornalistica in Italia, così, tanto per un primo semplice approfondimento.

I risultati di questo secondo sondaggio (vedere "Mass Media 2004" nel menu "Archivio sondaggi on line") erano stati pessimi per la classe giornalistica che, su un'ampia base di votanti, aveva raccolto un voto medio di 3,95: gravemente insufficiente.

In questo terzo ed ultimo sondaggio, riportato nella tabella in basso, i risultati sono ovviamente in linea con i due precedenti, anche se approfondiscono e non di poco il tema. Possiamo innanzi tutto riconoscere tre grandi aree di opinione che catalizzano il pensiero dei votanti, con ciascuna che raggiunge o sfiora un rapporto di un rispondente su quattro.

La prima che vogliamo esaminare si basa in parte su un lugo comune / non luogo comune: il conflitto di interessi del Presidente del Consiglio. Non è un luogo comune perché il conflitto di interessi esiste; è un luogo comune perché, proprio per il fatto di esistere, tende ad assorbire a priori anche eventuali problematiche comunque esistenti. Ma nelle ricerche di mercato conta relativamente poco se un problema esiste in toto, al 90% o per niente: importa principalmente se viene recepito come tale. E una percentuale del 22,2% evidenzia che ci troviamo di fronte ad un serio problema.

Ma l'aspetto più morificante per la classe giornalistica è che per il 25,3% dei partecipanti, "I giornalisti cercano lo scoop e non la verità": una condanna senza mezzi termini. E badiamo bene che, per suscitare queste convinzioni, non sono necessarie espressioni manifeste (che pure esistono) di quanto sopra. L'utente dei media nota subito i toni enfatizzati, le notizie forzate, il giornalismo di parte; per non parlare dei tanti giornalisti prestati sine die al mondo dello spettacolo o della politica, che hanno da tempo rotto la "sacralità" del ruolo. L'utente rileva ogni sfumatura immediatamente, solo gli addetti ai lavori pensano (o fanno finta di credere) il contrario.

E anche i media vengono "puniti": per il 23,4% dei partecipanti il problema principale risiede proprio presso di loro, e infatti dichiara che "I media vogliono vendere, vogliono audience, e sacrificano verità e approfondimenti". Una voce che, sommata a quella precedente (senza parlare delle altre), raccoglie quasi il 50% dei consensi. Decisamente una condanna pesante.

Cosa si può fare? Niente, non c'è niente da fare: 1° perché il giornalismo scandalistico, in termini di mercato e di audience, entro certi limiti "paga"; 2° perché in un mondo dove tutti strillano è difficile avere successo facendosi ascoltare sussurrando; 3° perché se anche tutti i media (!?) decidessero di comportarsi in modo inappuntabile, basterebbero come sempre e dovunque poche "mele marce" per "rovinare tutto il cesto"; 4° perché chi può ergersi a giudice di un "sano giornalismo"? E quindi è proprio meglio non fare niente, godendo della possibilità che abbiamo, attraverso l'estrema pluralità dei media, di scegliere l'informazione che corrisponde ai nostri criteri ottimali di selezione: il nostro "buon giornalismo" personale. Almeno finché c'è, e se c'è, questa estrema pluralità. E da questa considerazione nasce il prossimo sondaggio...


La pessima valutazione dei giornalisti e della informazione giornalistica in genere - vedere risultati sondaggi precedenti (2004) - è dovuta al fatto che:

I giornalisti cercano lo scoop e non la verità

25.28%

I media vogliono vendere, vogliono audience, e sacrificano verità e approfondimenti

23.41%

S. Berlusconi ha una posizione troppo forte (Mediaset + Governo)

22.17%

Abbiamo quello che ci meritiamo: come consumatori (di media) non valiamo più del sistema giornalistico attuale

10.09%

La nostra informazione è troppo sbilanciata a sinistra

8.47%

Mancanza di cultura giornalistica da parte di chi fa informazione

6.72%

I precedenti sondaggi non dicono che la situazione non è né migliore né peggiore di tanti altri paesi equivalenti al nostro

3.86%

Numero voti: 803.

Per concludere va come sempre ricordato come i sondaggi online free presenti su questo sito abbiano valore puramente indicativo, in quanto il campione non è stato selezionato secondo criteri socio-demografici di rappresentatività della popolazione. Se desiderate un sondaggio o una ricerca di mercato sicuramente rappresentativi, contattateci per uno studio ad hoc.


Gennaio è stato un mese di stanca per quanto riguarda l'ottimismo, con l'indice Cercom sulle aspettative nella qualità della vita ad un anno che scende di mezzo punto rispetto al mese precedente. Le motivazioni sono sostanzialmente due: 1. la ripresa, o ripresina, tanto annunciata, ancora non si vede concretamente, almeno nelle tasche degli italiani; 2. un Natale particolarmente ricco, dove è stato speso molto, fa balenare in molti il sospetto di aver esagerato rispetto alle reali possibilità, e, soprattutto, rispetto a quanto il futuro ci prospetta.

Inizia, con questo mese, il settimo anno di rilevazione dell'indice Cercom sulle aspettative della qualità della vita ad un anno. Sembra ieri che abbiamo iniziato con questo progetto, che negli anni si è consolidato e arricchito, diventando un punto fermo per molti politici, media, economisti, ecc. Cogliamo l'occasione per ringraziare tutti i lettori del sito, ma soprattutto gli acquirenti dell'ampia e articolata ricerca di mercato a pagamento al riguardo, il nostro "Osservatorio Sociale", che ci consentono, tra l'altro, di continuare con questa ridott(issim)a pubblicazione gratuita.


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Gli ultimi 12 mesi:

  • Febbraio 2009: i commenti preoccupati del Presidente USA Obama e di personalità del settore economico-finanziario rafforzano il pessimismo.
  • Marzo 2009: inizia a fare capolino l'idea che il fondo della crisi sia stato toccato.
  • Aprile 2009: autorevoli fonti intrnazionali sostengono che da qui ad un anno sarà in atto una ripresa economica. La vittoriosa "cavalcata" Fiat nell'accordo con Chrysler fa il resto.
  • Maggio 2009: i vistosi (veri e/o presunti) scivoloni del Premier (veline, Noemi, divorzio, Mills, attacco alla magistratura), sottolineati dal principale partito di opposizione che vi incentra la propria campagna elettorale, deprimono gli elettori, che disertano le urne, e l'ottimismo nella qualità della vita ad un anno.
  • Giugno 2009: un mese con poche novità, con le solite notizie contrastanti sulla ripresa economico-finanziaria e le solite polemiche politiche di basso livello.
  • Luglio 2009: i principali esponenti economici e leder politici, sia nazionali che internazionali, prevedono da qui ad un anno una (debole) ripresa già in atto, ma presso i cittadini prevale una cauta diffidenza.
  • Agosto 2009: solito ottimismo estivo supportato da diverse dichiarazioni di leader dell'economia e finanza, che annunciano che il peggio della crisi mondiale è ormai alle spalle.
  • Settembre 2009: tutte le fonti economico-finanziarie e politiche, nazionali ed internazionali, decretano che il fondo della crisi è stato superato e che nel 2010 si avrà una, seppur timida, ripresa. E l'indice Cercom "schizza" in alto.
  • Ottobre 2009: continuano le buone notizie, sopattutto in prospettiva futura, sul fronte economico-finanziario nazionale ed internazionale.
  • Novembre 2009: le buone notizie su PIL e indici industriali favoriscono la continuazione del trend positivo.
  • Dicembre 2009: l'atmosfera natalizia, con spese in rialzo sull'anno precedente, mitiga la discesa iniziale dovuta all'"attentato" al Premier, e l'indice Cercom si conferma sugli stessi valori del mese precedente.
  • Gennaio 2010: mese di stanca per l'ottimismo: la ripresina ancora non si vede concretamente, almeno nelle tasche degli italiani, e un Natale particolarmente ricco, dove è stato speso molto, fa balenare in molti il sospetto di aver esagerato rispetto a quanto ci prospetta il futuro.


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