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L'indice Cercom sulle aspettative di qualità della vita ad un anno non solo non riesce a sfondare quota 100, sfiorata per ben 5 mesi di seguito, ma anzi flette con decisione a 98,1. Non c'è una sola notizia di macro o micro economia o finanza positiva: dalla deflazione al PIL praticamente azzerato, alla produzione.., tutto. In questa situazione gravissima i politici sembrano ballare sulla nave che affonda. Ecco alcune dichiarazioni degli intervistati che meglio rappresentano le opinioni prevalenti (ovviamente non le uniche): i 5 Stelle pensano solo a distruggere ed affossare l'Italia, senza dare una mano, con un leader con atteggiamenti di comando anacronistici e, detto con un eufemismo, negativi; il PD contiene all'interno i propri peggiori nemici e come autolesionismo non è secondo a nessuno; Forza Italia sembra una veliero (ridimensionato) fermo in un mare senza vento; Lega e SEL sono contrari a prescindere; l'NCD prova a farsi ascoltare come un bambino ad una festa di grandi. Queste sono alcune delle definizioni (tra le più moderate...) emerse dalle dichiarazioni degli intervistati.

Ricordiamo che questo è solo un breve e sommario estratto di un'ampia e dettagliata ricerca di mercato a pagamento.


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Gli ultimi 12 mesi:

  • Ottobre 2013 (75,1): è un mese che non porta sostanziali novità in ambito di ripresa economica, disoccupazione, sgravio delle tasse, ecc., un mese che guarda più alla finanziaria e alla campagna politica di Renzi per la segreteria del PD che ad altro. Ma non dimentichiamo gli immigranti, Berlusconi e la crisi che annuncia quotidianamente, ...: niente di nuovo, insomma, ed in questa quotidiana ordinaria amministrazione si "spericchia" che il futuro ad un anno sia migliore.
  • Novembre 2013 (77,7): il salvataggio del Governo Letta (Governo comunque non stimato dai più: ma questo c'è) e la scissione del PdL, che lascia sperare diversi simpatizzanti di centro-destra in un partito condotto più democraticamente e "seriamente" (vedere al riguardo il rapporto completo), continua a far soffiare quel leggero vento d'ottimismo iniziato il mese scorso.
  • Dicembre 2013 (81,1): l'anno si chiude con l'indice che continua la propria risalita, forte di voci nazionali ed internazionali univoche sulla ripresa che, sia pur piccola, nel 2014 secondo tutti ci sarà. E poi: si chiude un anno e se ne apre un'altro. Un po' di ottimismo!
  • Gennaio 2014 (84,0): continua, per il quarto mese, la costante crescita dell'indice, con un trend esattamente contrario al gradimento del Premier. La contraddizione è solo apparente e le motivazioni iniziano ad essere profonde, come si evince nel dettaglio dal rapporto finale completo del mese.
  • Febbraio 2014 (88,3): lo spread stabilmente sotto quota 200, il cambio di governo, le conferme internazionali su una sia pur debole ripresa, fanno tornare l'indice ai livelli di 28 mesi fa, in netta risalita.
  • Marzo 2014 (94,6): continua il forte trend ascendente dell'indice Cercom. Piace soprattutto "la sveglia" che il nuovo premier sta dando al mondo politico italiano e la possibilità (per molti, ma certamente non per tutti) di vedere un po' di soldi in più in busta paga. I timidi apprezzamenti internazionali e lo spread verso quota 170 fanno il resto.
  • Aprile 2014 (99,2): la primavera soffia ulteriore ottimismo su un clima di aspettative già positivo. Tutte le previsioni, nazionali ed internazionali, di crescita vengono riviste al rialzo, anche se alcuni osservatori attenti, come riportiamo nel rapporto completo, indicano il secondo trimestre come quello in cui le prime positività reali dovrebbero iniziare a riguardare anche l'Italia. Ma l'ottimismo ad un anno probabilmente è motivato, anche se magari non nella forza con cui si esprime, e l'indice Cercom sulle aspettative di qualità della vita ad un anno risale in prossimità di quota 100.
  • Maggio 2014 (99,9): l'indice e fortemente influenzato da contrastanti dati sulla ripresa così come dalla paura e poi dal sollievo per i risultati delle elezioni: partenza al ribasso e forte ripresa verso fine mese. L'indice Cercom sulle aspettative di qualità della vita ad un anno si posiziona appena sotto la fatidica quota 100 (99,9).
  • Giugno 2014 (96,6): inizia a serpeggiare il pessimismo non solo sull'effettiva possibilità di dare slancio all'economia italiana ed europea, ma anche solamente di riuscire a fare qualcosa. La politica, sia italiana che europea, è un pantano dove ci si muove a stento. In Italia, poi, sembra che si pensi più a distruggere che a costruire, in una continua campagna elettorale volta a distruggere l'avversario politico (e con lui l'Italia). Lo stesso Renzi non riesce ad andare avanti, bloccato da veti e controveti, mentre l'Italia affonda. Sembra che la legge elettorale e sul Senato siano diventate le uniche (lentissime) priorità, mentre per il resto non si fa niente, e non si riesce nemmeno a convertire per tempo in legge i decreti.
  • Luglio 2014 (99,3): il Governo sembra ben lontano dal varare una legge importante al mese, come annunciato all'insediamento. Il consueto ottimismo estivo è represso dalle evidenze.
  • Agosto 2014 (99,3): la deflazione che colpisce, ricordando gli anni lontani del dopoguerra o quasi, il Governo che non riesce a far passare uno straccio di legge... In realtà l'indice appare anche troppo elevato rispetto alle dichiarazioni.
  • Settembre 2014 (98,1): non c'è una sola notizia di macro o micro economia o finanza positiva. Dalla deflazione al PIL praticamente azzerato, alla produzione.., tutto. In questa situazione gravissima i politici sembrano ballare sulla nave che affonda. Ecco alcune dichiarazioni degli intervistati che meglio rappresentano le opinioni prevalenti (ovviamente non le uniche): i 5 Stelle pensano solo a distruggere ed affossare l'Italia, senza dare una mano, con un leader con atteggiamenti di comando anacronistici e, detto con un eufemismo, negativi; il PD contiene all'interno i propri peggiori nemici e come autolesionismo non è secondo a nessuno; Forza Italia sembra una veliero (ridimensionato) fermo in un mare senza vento; Lega e SEL sono contrari a prescindere; l'NCD prova a farsi ascoltare come un bambino ad una festa di grandi. Queste sono alcune delle definizioni (tra le più moderate...) emerse dalle dichiarazioni degli intervistati.


Siamo arrivati alla quinta ed ultima parte di questo sondaggio, che verte in questo caso su come gli italiani vedano i giornalisti televisivi ed in particolare la loro cultura e la loro professionalità. Va detto che, al riguardo, abbiamo già effettuato altri sondaggi, più o meno focalizzati su questi argomenti (vedere ricerchedimercato.it, sez. "Archivio sondaggi"), ed ai quali abbiamo anche attinto per approfondimenti.

Secondo gli intervistati nei vari sondaggi i giornalisti televisivi non brillano particolarmente né per professionalità, né per cultura linguistica, né per obiettività (nell'ordine).

Solo per quest'ultimo punto non abbiamo effettuato alcun approfondimento, perché per farlo bisognerebbe credere che esista un'unica verità ed un solo modo di riportarla, distinguere tra poca obiettività e faziosità, ecc... Riferiamo, comunque, che se ne lamenta oltre un intervistato su tre.

1. La professionalità si può intendere a molti livelli. Noi ci limiteremo qui a proporre, nell'ordine di importanza rilevata, esclusivamente alcuni aspetti che infastidiscono i telespettatori:

  • spesso lo stesso fatto di cronaca, in differenti telegiornali, riporta nomi, età e moventi diversi, mentre non dovrebbe essere difficile verificarli correttamente;
  • le proposte di legge vengono sistematicamente spacciate per approvate ("ecco come cambierà...");
  • ai più esperti da inoltre fastidio l'occasionale mancanza di conoscenza specifica, dal punto di vista tecnico, dell'argomento trattato (legale, economia, finanza, statistica, ecc.), con errori anche grossolani;
  • segue, quindi, la superficialità e, soprattutto, la mancanza di opportune domande (nelle interviste) o approfondimenti (nei servizi) indispensabili per una completa informazione. Un esempio su tutti riguarda a mancanza di domande "opportune" nelle interviste e riguarda quasi il 60% dei giornalisti, ritenuti spesso "compiacenti" (odiati quelli che annuiscono mentre l'intervistato parla);
  • di fondo, per tutti, c'è che la ricerca dell'audience è continua, così che l'esagerazione (solo come esempio l'uso di parole come "calvario", o quando ci si riferisce al numero di partecipanti ad una manifestazione) è la norma; c'è poi l'esagerazione linguistica, con un esempio tipico nato nel periodo di rilevazione, il termine "bomba d'acqua", inesistente in meteorologia così come nella lingua corrente; infine, per ultima ma non come importanza, la ricerca del litigio durante i talk show. tutto in nome dell'audience.
2. L' ignoranza linguistica genera un fastidio direttamente proporzionale al livello culturale degli intervistati. Questo accade quando si va oltre (secondo la sensibilità degli intervistati) la normale modernizzazione di una lingua, che non può prescindere dalle innovazioni per restare viva.

Per molti i giornalisti sono, quasi tutti, "spacciatori di finta cultura"; hanno, cioè, spesso un livello culturale inferiore a quello necessario per la loro professione. Forse ne sono anche consapevoli e cercano di nascondere questo deficit adoperando modi di dire/sostantivi/verbi errati, accodandosi pedissequamente a dei colleghi che ritengono più colti, ma che tali non sono.

Ecco solo alcuni fastidiosi errori, emersi dai sondaggi, come esempi:
  • se un noto terrorista viene ucciso in un "comprensorio", ma i nostri giornalisti vedono il comunicato stampa in inglese dove si parla di "compound" e, non conoscendo notoriamente bene l'inglese, nessuno sa tradurlo, continueranno ad adoperare sempre e solo questa parola nei loro servizi, così che per la quasi totalità degli italiani (che l'inglese lo conosce ancora meno) il luogo resterà sempre ulteriormente avvolto nel mistero;
  • se uno decide che è più fine dire esondare (all'epoca obsoleto) invece di straripare, gli altri giornalisti non hanno le conoscenze culturali per essere critici, e pensano erroneamente che esondare sia la forma verbale tecnicamente più corretta ed il verbo straripare, fino ad allora più comune (meglio: l'unico adoperato), scompare del tutto; qui il punto non è sull'uso di una forma verbale piuttosto che l'altra (entrambe sono corrette) quanto sulla velocità con cui i giornalisti televisivi, che "guidano" la lingua italiana, riescano a sostituire completamente un verbo con un altro, ingiustificatamente;
  • per lo stesso motivo basta che un giornalista sportivo inizi ad adoperare il verbo defilarsi (nascondersi, andarsene alla chetichella) erroneamente al posto di decentrarsi, e tutti lo seguono;
  • a scuola di giornalismo insegnano erroneamente a pronunciare i cognomi italiani di cittadini stranieri (in genere francesi, argentini, uruguaiani, non americani perché "fa Stanlio e Ollio") con la dizione del paese di nascita; peccato che la lingua italiana preveda espressamente la pronuncia italiana per questi cognomi e che, comunque, l'ignoranza dei giornalisti per le lingue straniere si aggiunge a quella per l'italiano, così che, solo ad esempio, dopo aver messo (erroneamente ma diligentemente) l'accento sulla vocale finale di un cognome italiano di un francese, poi pronunciano i nomi/cognomi francesi ridicolamente all'italiana, o li storpiano (sistematicamente); ma se c'è un calciatore italiano o un politico o un attore col cognome francese li pronunciano alla francese (come a dire: il francese vince sempre sull'italiano); ma è solo per fare sfoggio di una cultura che non hanno;
  • i nomi italiani di città straniere non vengono adoperati sia per ignoranza che (forse) per non sembrare nazionalisti, così che scompaiono definitivamente dalla memoria collettiva anche nomi di città una volta italianissime (o veneziane), come Fiume e Ragusa di Dalmazia, che oramai sono solo Rijeka e Dubrovnich;
  • ci sono poi errori grossolani, che vanno e vengono secondo la moda, come spengere, il ridicolo accellerare o il terribile ecuadoregno (comparso anche in prima pagina del Corriere della Sera e di Repubblica) che non è italiano (ecuadoriano) né, tanto meno, echeggia la forma spagnola (ecuatoriano);
  • per concludere, ma si potrebbero scrivere tomi di esempi sull'argomento, vengono usate parole straniere italianizzate per sostituire parole italiane correnti, o ne vengono adoperate abitualmente di straniere anche se ne esistono di italianissime, seguendo le mode linguistiche acriticamente e, soprattutto, totalmente; solo due esempi, neanche i più importanti, l'anglicismo esaustivo (molto di moda) al posto di esauriente o, nel calcio, lo spagnolo "triplete" (va bene una volta, ma sempre..!) per tris o tripletta, e tutti si accodano.

Concludiamo con l'osservazione fatta da un neanche tanto anziano intervistato, riferita ai giornalisti sportivi ma che può essere estesa a tutta la categoria: "Dove sono i nuovi Martellini e Pizzul, che 'accarezzavano' la lingua italiana?".

3.208 intervistati


I cittadini iniziano a convenirne: trattasi di chiaro caso di annuncite. Sotto gli 80 Euro niente. Ma la speranza che dopo l'estate il Premier inizi effettivamente a muoversi concretamente esiste ancora (non si vede alternativa), e questa, unita al solito ottimismo estivo, fa sì che l'Indice Cercom sul gradimento del Premier fletta solamente di 0,1 punti (56,8).

Ricordiamo che questo è solo un brevissimo e sommario estratto di un'ampia e dettagliata ricerca di mercato a pagamento.



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E' successo negli ultimi 12 mesi
  • Settembre 2013 (43,2): Letta piace a molti più cittadini di quanti ne diano una valutazione positiva. L'elemento negativo, su cui quasi tutti concordano e che abbassa l'indice, è che è lento (anche considerando tutte le "pastoie" politiche). Lo scoppio della crisi di governo, per le modalità con cui si sviluppa ed il timore che genera sul futuro, porta molti a "stringersi" attorno al Premier.
  • Ottobre 2013 (40,6): Letta è lento, Letta non conclude, Letta ha fatto una manovra vuota (con tanto di conferenza stampa fatta d'aria fritta), ma è l'unico che ci tiene a galla per il solo fatto di essere ancora Premier. Così, anche se pochi lo apprezzano veramente, molti apprezzano il fatto che ci sia: siamo, banalmente, al "meno male che Letta c'è".
  • Novembre 2013 (36,9): il "caso" Cancellieri, le primarie del PD, la scissione del PdL con la (ri)nascita di Forza Italia e del Nuovo Centro Destra... il Premier tende, tutto sommato, alla marginalità.
  • Dicembre 2013 (35,3): un Natale sottotono, tanta politica vuota (come tutti i mesi persi a parlare della cancellazione dell'IMU), contrastanti notizie di economia e finanza: ognuno crede, alla fine, a quello che vuole ma, soprattutto, per questo mese, pensa a sé stesso e alla famiglia.
  • Gennaio 2014 (31,7): l'apparente indolenza del Governo (e di riflesso del Premier) continua. Significative e riassuntive le dichiarazioni di alcuni intervistati: "sarebbe forse un ottimo ministro degli esteri, parla bene le lingue ed in ambito internazionale si sa muovere, ma come Premier ha poco polso", "forse sta sempre all'estero perché sa che a Roma non potrebbe fare nulla", "hanno (quelli del Governo, ndr.) passato nove mesi solo a discutere di Imu, incasinandola e senza fare niente di veramente utile", ecc..
  • Febbraio 2014 (E. Letta: 30, M. Renzi 59,7): cambio della guardia.
  • Marzo 2014 (60,9): la frenetica attività del Premier viene riconosciuta dai cittadini, e pur con qualche dubbio che alle parole poi seguano i fatti, viene premiato con un inconsueto (al secondo mese di premierato) aumento dell'indice. E' una sorta di "fiducia a termine": con la stessa velocità finora dimostrata dal Premier adesso i cittadini si aspettano che seguano i fatti.
  • Aprile 2014 (59,1): prima leggera discesa dell'indice. Inizia a serpeggiare, molto alla lontana, qualche dubbio sul realizzarsi delle riforme promesse, in assoluto ma, ancor di più, nella forma promessa (in altri termini: M. Renzi sta già scendendo a troppi compromessi?).
  • Maggio 2014 (62,3): è un mese che inizia leggermente in ribasso sulla scia di quello precedente, poi, le elezioni alla porta e la paura per molti dei 'grillini', fanno stringere a 'coorte', e l'indice risale, con un ulteriore balzo dopo le elezioni. I famosi 80 Euro influenzano sì posititivamente, ma in maniera molto marginale, l'indice.
  • Giugno 2014 (57,1): il mese inizia positivamente per il Premier, sull'onda dei risultati elettorali, poi l'indice Cercom sul gradimento flette decisamente di oltre 5 punti. Si inizia a sospettare che questo governo sia fatto della stessa pasta dei precedenti: tante belle parole (anzi, più degli altri) e pochi fatti. Al premier si imputa che si sia impantanato sulla legge elettorale e sul senato, senza poi fare nessuna legge spicciola per migliorare la vita quotidiana dei cittadini (dettagli nell'ampio rapporto a pagamento). Né il governo né i cittadini possono campare di 80 Euro (per chi li ha visti).
  • Luglio 2014 (56,9): il Premier sembra ben lontano dal varare una legge importante al mese, come annunciato all'insediamento. Si parla sempre più spesso di "annuncite". Ma anche negli annunci sembra aver perso smalto, e non si sentono più idee innovative, anche per migliorare la semplice quotidianità: da fiume in piena a ruscelletto, che rischia di seccarsi, in pochi mesi.
  • Agosto 2014 (56,8): i cittadini iniziano a convenirne: trattasi di chiaro caso di annuncite, e... sotto gli 80 Euro niente. Ma la speranza che dopo l'estate il Premier inizi effettivamente a muoversi concretamente esiste ancora (non si vede alternativa), e questa, unita al solito ottimismo estivo, fa sì che l'Indice Cercom sul gradimento del Premier fletta solamente di 0,1 punti.


L'indice Cercom sulle aspettative di qualità della vita ad un anno non riesce a sforare quota 100, anzi flette a 99,6, nonostante il periodo estivo che, generalmente, porta con sé ottimismo e risalita dell'indice.

Inizia a serpeggiare il pessimismo non solo sull'effettiva possibilità di dare slancio all'economia italiana ed europea, ma anche solamente di riuscire a fare qualcosa. La politica, sia italiana che europea, è un pantano dove ci si muove a stento. In Italia, poi, sembra che si pensi più a distruggere che a costruire, in una continua campagna elettorale volta a distruggere l'avversario politico (e con lui l'Italia).

Lo stesso Renzi non riesce ad andare avanti, bloccato da veti e controveti, mentre l'Italia affonda. Sembra che la legge elettorale e sul Senato siano diventate le uniche (lentissime) priorità, mentre per il resto non si fa niente, e non si riesce nemmeno a convertire per tempo in legge i decreti.

Ricordiamo che questo è solo un breve e sommario estratto di un'ampia e dettagliata ricerca di mercato a pagamento.


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Gli ultimi 12 mesi:

  • Luglio 2013 (74,4): tra inerzia, parole a vuoto e rapporti tesi in tutto l'ambito politico, e con l'economia che non da segni di ripresa che viene anzi rimandata da autorevoli fonti internazionali, viene a mancare anche l'abituale "rimbalzo estivo" (quella consueta immotivata ventata di ottimismo che accompagna l'estate) e l'indice Cercom sulle aspettative per la qualità della vita ad un anno scende al livello più basso dal febbraio 2012.
  • Agosto 2013 (74,1): tiene banco la condanna di Silvio Berlusconi nell'ambito della cosiddetta sentenza Mediaset: quello che più di tutto preoccupa è l'eventuale interdizione dai pubblici uffici, che dovrà dovrà passare al vaglio dalla giunta per le elezioni del Senato. Questo potrebbe portare alla caduta del Governo Letta, e i cittadini, anche se non amano questo Governo (infatti solamente circa un terzo degli elettori lo apprezza), sono consapevoli che è l'unico che abbiamo e che verosimilmente potremo avere nel prossimo futuro; così che circa 2 intervistati su 3 vivono una caduta del Governo Letta come una sciagura. Tutto questo affonda ulteriormente l'ottimismo, con l'indice Cercom sulle aspettative di qualità della vita ad un anno, che non solo non si giova del consueto "rimbalzo estivo", ma addirittura scende.
  • Settembre 2013 (72,5): è un mese molto "provinciale" per l'indice: mentre, da una parte, arrivano confortanti dati di macroeconomia internazionale, dall'altra il timore interno di una possibile/probabile caduta del governo (per via della nota vicenda Mediaset-Berlusconi) fa fa registrare per l'indice Cercom sulle aspettative di qualità della vita ad un anno il quarto peggior risultato del decennio.
  • Ottobre 2013 (75,1): è un mese che non porta sostanziali novità in ambito di ripresa economica, disoccupazione, sgravio delle tasse, ecc., un mese che guarda più alla finanziaria e alla campagna politica di Renzi per la segreteria del PD che ad altro. Ma non dimentichiamo gli immigranti, Berlusconi e la crisi che annuncia quotidianamente, ...: niente di nuovo, insomma, ed in questa quotidiana ordinaria amministrazione si "spericchia" che il futuro ad un anno sia migliore.
  • Novembre 2013 (77,7): il salvataggio del Governo Letta (Governo comunque non stimato dai più: ma questo c'è) e la scissione del PdL, che lascia sperare diversi simpatizzanti di centro-destra in un partito condotto più democraticamente e "seriamente" (vedere al riguardo il rapporto completo), continua a far soffiare quel leggero vento d'ottimismo iniziato il mese scorso.
  • Dicembre 2013 (81,1): l'anno si chiude con l'indice che continua la propria risalita, forte di voci nazionali ed internazionali univoche sulla ripresa che, sia pur piccola, nel 2014 secondo tutti ci sarà. E poi: si chiude un anno e se ne apre un'altro. Un po' di ottimismo!
  • Gennaio 2014 (84,0): continua, per il quarto mese, la costante crescita dell'indice, con un trend esattamente contrario al gradimento del Premier. La contraddizione è solo apparente e le motivazioni iniziano ad essere profonde, come si evince nel dettaglio dal rapporto finale completo del mese.
  • Febbraio 2014 (88,3): lo spread stabilmente sotto quota 200, il cambio di governo, le conferme internazionali su una sia pur debole ripresa, fanno tornare l'indice ai livelli di 28 mesi fa, in netta risalita.
  • Marzo 2014 (94,6): continua il forte trend ascendente dell'indice Cercom. Piace soprattutto "la sveglia" che il nuovo premier sta dando al mondo politico italiano e la possibilità (per molti, ma certamente non per tutti) di vedere un po' di soldi in più in busta paga. I timidi apprezzamenti internazionali e lo spread verso quota 170 fanno il resto.
  • Aprile 2014 (99,2): la primavera soffia ulteriore ottimismo su un clima di aspettative già positivo. Tutte le previsioni, nazionali ed internazionali, di crescita vengono riviste al rialzo, anche se alcuni osservatori attenti, come riportiamo nel rapporto completo, indicano il secondo trimestre come quello in cui le prime positività reali dovrebbero iniziare a riguardare anche l'Italia. Ma l'ottimismo ad un anno probabilmente è motivato, anche se magari non nella forza con cui si esprime, e l'indice Cercom sulle aspettative di qualità della vita ad un anno risale in prossimità di quota 100.
  • Maggio 2014 (99,9): l'indice e fortemente influenzato da contrastanti dati sulla ripresa così come dalla paura e poi dal sollievo per i risultati delle elezioni: partenza al ribasso e forte ripresa verso fine mese. L'indice Cercom sulle aspettative di qualità della vita ad un anno si posiziona appena sotto la fatidica quota 100 (99,9).
  • Giugno 2014 (96,6): inizia a serpeggiare il pessimismo non solo sull'effettiva possibilità di dare slancio all'economia italiana ed europea, ma anche solamente di riuscire a fare qualcosa. La politica, sia italiana che europea, è un pantano dove ci si muove a stento. In Italia, poi, sembra che si pensi più a distruggere che a costruire, in una continua campagna elettorale volta a distruggere l'avversario politico (e con lui l'Italia). Lo stesso Renzi non riesce ad andare avanti, bloccato da veti e controveti, mentre l'Italia affonda. Sembra che la legge elettorale e sul Senato siano diventate le uniche (lentissime) priorità, mentre per il resto non si fa niente, e non si riesce nemmeno a convertire per tempo in legge i decreti.


Il mese inizia positivamente per il Premier, sull'onda dei risultati elettorali, poi l'indice Cercom sul gradimento flette decisamente di oltre 5 punti a 57,1. Si inizia a sospettare che questo governo sia fatto della stessa pasta dei precedenti: tante belle parole (anzi, più degli altri) e pochi fatti. Al premier si imputa che si sia impantanato sulla legge elettorale e sul senato, senza poi fare nessuna legge spicciola per migliorare la vita quotidiana dei cittadini (dettagli nell'ampio rapporto a pagamento). Né il governo né i cittadini possono campare di 80 Euro (per chi li ha visti).

Ricordiamo che questo è solo un brevissimo e sommario estratto di un'ampia e dettagliata ricerca di mercato a pagamento.



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E' successo negli ultimi 12 mesi
  • Luglio 2013 (36,4): continua l'ignavia de facto del Governo: un intervistato dichiara, sintetizzando l'orientamento di pensiero di molti, che "Letta è talmente moderato e indolente, che al confronto Monti era un agitatore iperattivo". Certo, la convivenza della strana coppia Letta-Alfano (non tanto per i due politici simili nell'interpretazione del proprio ruolo, quanto per i partiti che rappresentano) non favorisce le attività di governo; ma gli italiani sono consapevoli che, dopo tutto, questo governo ci sta salvando dalla catastrofe del non-governo. E così, al termine della legislatura, ci toccherà ringraziarlo per aver fatto poco o niente, dopo aver ringraziato Monti per la legge Fornero. Speriamo che questo governo duri a lungo perché preferiamo non sapere di cosa dovremo ringraziare il prossimo.
  • Agosto 2013 (35,7): è uno strano mese. Piace il Premier, per il suo stile ed il fatto che continui a lavorare per tutto il mese di agosto. Ma non piace il Governo che fa poco o niente, se non tanta confusione, aiutato in questo come al solito dai giornalisti, che danno per legge le idee o le proposte, così che le rettifiche giornaliere sono comunque la norma. Piace ancora meno la politica, con percentuali molto elevate di elettori che si sono pentiti del loro ultimo voto (tra i tre partiti maggiori soprattutto 5 Stelle, poi il PD e quindi il PdL). L'indice mensile è il risultato della convergenza di queste tre componenti, che gli elettori spesso non riescono a scindere.
  • Settembre 2013 (43,2): Letta piace a molti più cittadini di quanti ne diano una valutazione positiva. L'elemento negativo, su cui quasi tutti concordano e che abbassa l'indice, è che è lento (anche considerando tutte le "pastoie" politiche). Lo scoppio della crisi di governo, per le modalità con cui si sviluppa ed il timore che genera sul futuro, porta molti a "stringersi" attorno al Premier.
  • Ottobre 2013 (40,6): Letta è lento, Letta non conclude, Letta ha fatto una manovra vuota (con tanto di conferenza stampa fatta d'aria fritta), ma è l'unico che ci tiene a galla per il solo fatto di essere ancora Premier. Così, anche se pochi lo apprezzano veramente, molti apprezzano il fatto che ci sia: siamo, banalmente, al "meno male che Letta c'è".
  • Novembre 2013 (36,9): il "caso" Cancellieri, le primarie del PD, la scissione del PdL con la (ri)nascita di Forza Italia e del Nuovo Centro Destra... il Premier tende, tutto sommato, alla marginalità.
  • Dicembre 2013 (35,3): un Natale sottotono, tanta politica vuota (come tutti i mesi persi a parlare della cancellazione dell'IMU), contrastanti notizie di economia e finanza: ognuno crede, alla fine, a quello che vuole ma, soprattutto, per questo mese, pensa a sé stesso e alla famiglia.
  • Gennaio 2014 (31,7): l'apparente indolenza del Governo (e di riflesso del Premier) continua. Significative e riassuntive le dichiarazioni di alcuni intervistati: "sarebbe forse un ottimo ministro degli esteri, parla bene le lingue ed in ambito internazionale si sa muovere, ma come Premier ha poco polso", "forse sta sempre all'estero perché sa che a Roma non potrebbe fare nulla", "hanno (quelli del Governo, ndr.) passato nove mesi solo a discutere di Imu, incasinandola e senza fare niente di veramente utile", ecc..
  • Febbraio 2014 (E. Letta: 30, M. Renzi 59,7): cambio della guardia.
  • Marzo 2014 (60,9): la frenetica attività del Premier viene riconosciuta dai cittadini, e pur con qualche dubbio che alle parole poi seguano i fatti, viene premiato con un inconsueto (al secondo mese di premierato) aumento dell'indice. E' una sorta di "fiducia a termine": con la stessa velocità finora dimostrata dal Premier adesso i cittadini si aspettano che seguano i fatti.
  • Aprile 2014 (59,1): prima leggera discesa dell'indice. Inizia a serpeggiare, molto alla lontana, qualche dubbio sul realizzarsi delle riforme promesse, in assoluto ma, ancor di più, nella forma promessa (in altri termini: M. Renzi sta già scendendo a troppi compromessi?).
  • Maggio 2014 (62,3): è un mese che inizia leggermente in ribasso sulla scia di quello precedente, poi, le elezioni alla porta e la paura per molti dei 'grillini', fanno stringere a 'coorte', e l'indice risale, con un ulteriore balzo dopo le elezioni. I famosi 80 Euro influenzano sì posititivamente, ma in maniera molto marginale, l'indice.
  • Giugno 2014 (57,1): il mese inizia positivamente per il Premier, sull'onda dei risultati elettorali, poi l'indice Cercom sul gradimento flette decisamente di oltre 5 punti. Si inizia a sospettare che questo governo sia fatto della stessa pasta dei precedenti: tante belle parole (anzi, più degli altri) e pochi fatti. Al premier si imputa che si sia impantanato sulla legge elettorale e sul senato, senza poi fare nessuna legge spicciola per migliorare la vita quotidiana dei cittadini (dettagli nell'ampio rapporto a pagamento). Né il governo né i cittadini possono campare di 80 Euro (per chi li ha visti).


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