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Giornalisti ignoranti - 03/06/2009 @ 16:40

Tra tante ricerche di mercato serie, ogni tanto ci vuole un sondaggio leggero, come questo che tende ad appurare se, secondo gli intervistati, i giornalisti che cercano di pronunciare i nomi di personaggi "italo-stranieri" secondo la pronuncia della nazione estera di nascita o di residenza, si comportino da ignoranti. Premesso che anche tra i giornalisti esistono, come in tutte le categorie di lavoratori, personalità dai più diversi livelli intellettuali e professionali, possiamo subito riassumere la risposta in:



sì, da questo punto di vista i giornalisti italiani sono diffusamente ignoranti
e, come vedremo, lo sono (oltre che nella realtà) anche per due italiani su tre.

Ovviamente non si tratta di un delitto, c'è veramente di peggio, ma, visto che soprattutto i giornalisti televisivi fanno da traino alla lingua italiana, il quesito ci è sembrato intrigante.

Premessa

Alcuni "punti fermi" attraverso cui inquadrare l'argomento:

  • gli stranieri che pronunciano un cognome italiano secondo la propria lingua sbagliano, commettono un errore, veniale se vogliamo, ma chi lo perpetua essendo italiano lo commette doppiamente;
  • non è comunque vero che tutti gli stranieri si comportino così, infatti, mentre è vero che i francesi (giornalisti e non) hanno tremende difficoltà a pronunciare i nomi italiani senza l'accento sull'ultima vocale, non è quasi mai vero per spagnoli, argentini, uruguaiani, che si sforzano di pronunciare i nomi italiani all'italiana, quasi sempre riuscendoci (vedere una partita di calcio con la cronaca di queste nazioni per crederci); è invece vero che gli anglofoni storpiano spesso terribilmente i nomi italiani, ma i nostri giornalisti in questo caso preferiscono "stranamente" (vedere sotto) soprassedere;
  • esiste, poi, l'ignoranza tout court della lingua straniera in cui i nostri giornalisti tentano di pronunciare il nome. Un esempio per tutti, su centinaia di casi: Bogliacino (attualmente calciatore del Napoli, italo-uruguaiano) col cognome che viene sempre pronunciato Bogliasino, forma che non è né italiana (ovviamente) né spagnola (neanche secondo una eventuale pronuncia uruguaiana) dove dovrebbe essere, semmai, Bog-liasino (col gl di glicine).


Come nasce questa mania di immolare la pronuncia italiana a favore di a volte fantomatiche pronunce straniere?

Alla base c'è la volontà di non apparire assolutamente nazionalisti, conseguenza collaterale emersa dopo la sconfitta nella seconda guerra mondiale, sconfitta che ci aveva fatto perdere ogni residuo di nazionalismo dopo la triste "sbornia" (al riguardo) del periodo fascista. A supporto di questa forma di antinazionalismo linguistico (che si basa sull'antinazionalismo tout court) si aggiunse anche il fatto che per decenni gli intellettuali italiani sono stati prevalentemente di sinistra (quindi antinazionalisti) e che, obiettivamente, molti italo-stranieri, soprattutto francesi ma non solo, si vergognavano delle loro origini e ci tenevano a prendere le distanze dalla terra d'origine (in Francia, nella fattispecie, ad un certo punto si assistette ad un miracoloso moltiplicasi dei corsi).

C'è poi una forte ignoranza di fondo dei nostri giornalisti (vedere, al riguardo, il sondaggio "Giornalisti ignoranti - 2"), che cercano di palesare una cultura - in realtà assente - con improbabili pronunce straniere. Così queste pronunce "strane" sono diventate la norma, quasi un "famolo (= pronunciamolo) strano" di verdoniana memoria, o, un siamo ignoranti ma "nun famose riconosce" alla Sordi. Ma molti italiani imparano l'italiano dalla TV, e questo comportamento contribuisce a diffondere e perpetuare gli errori.

Due testimonianze

  1. Ricordo un'intervista a Michel Platini, appena acquistato dalla Juventus, che invitò il giornalista a chiamarlo Platini e non Platinì, ma siccome neanche lui riuscì a pronunciare il proprio cognome completamente senza accento sull'ultima i, l'effetto fu quasi comico e l'appello rimase inascoltato; comunque, se contasse il pensiero...
  2. Siamo riusciti ad intervistare uno dei cronisti sportivi che storpiano sistematicamente i cognomi "italo-stranieri", intervista che preferiamo non riportare per "carità di patria", con l'eccezione di due piccole "chicche":
    1°. alla domanda sul perché non pronunciassero all'inglese, o all'americana, i cognomi italiani di cittadini provenienti da terre anglofone (abbiamo fatto l'esempio di noti attori), ha risposto che sarebbe stato ridicolo, avrebbe fatto tanto Stanlio e Ollio;
    2°. alla sua affermazione che per i cittadini stranieri (anglofoni esclusi, come abbiamo visto...) i cognomi andavano pronunciati secondo la loro lingua nazionale, abbiamo obiettato che questo spesso non era vero (in quanto in possesso anche della nostra nazionalità), e abbiamo fatto l'esempio di un amico, di famiglia italiana a memoria d'uomo, ma dal cognome francese Lacroix, che tutti hanno sempre pronunciato "Lacruà", e abbiamo chiesto se ci consigliava di chiamarlo, da allora in poi, Lacroix, così come si scrive. Ci ha attaccato (magari giustamente, aggiungiamo) il telefono in faccia.

    Che dire: forse solamente peccato che non siano esistiti degli Stanlio e Ollio francesi o spagnoli...

Risultati e commenti


Sondaggio giornalisti ignoranti

Il commento dei risultati, a questo punto, può essere estremamente breve: tranne i quasi 2/3 che dicono che così facendo i giornalisti dimostrano ignoranza, (e non sono pochi: quindi 2 italiani su 3 parlano apertamente di ignoranza) tutti gli altri intervistati sbagliano.

Sbaglia sicuramente, per quanto scritto sopra, il 4,6% che dice che dimostrano cultura, e di conseguenza sbaglia anche l'8,2% che cade nella nostra provocazione, e invita a pronunciare i cognomi stranieri all'italiana. Cosa che, ovviamente, non deve essere un tabù (soprattutto se non si è cronisti), perché non tutti possono conoscere le lingue, ma sarebbe da evitare in forma istituzionalizzata per non incorrere nell'errore contrario rispetto a quello diffusamente commesso dai nostri giornalisti.

Ci sentiamo di rifiutare anche il 23% di intervistati che definiscono questo un vezzo: sarebbe tale se fossero in pochi a comportarsi così, ma siccome lo fanno quasi tutti, e da decenni, si tratta, a parer nostro, di semplice ignoranza latente.



Ma c'è veramente di peggio, ed è tutto sommato divertente sentire questi giornalisti barcamenarsi nelle loro pronunce da finti uomini di cultura.


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Per concludere va come sempre ricordato come i sondaggi online free presenti su questo sito abbiano valore puramente indicativo, in quanto il campione non è stato selezionato secondo criteri socio-demografici di rappresentatività della popolazione. Se desiderate un sondaggio o una ricerca di mercato sicuramente rappresentativi, contattateci per uno studio ad hoc.


Ooopps!! A volte succede: ci siamo dimenticati online un sondaggio, quello sul Governo Ombra del PD. A nostra parziale scusante va detto che non siamo gli unici ad esserci dimenticati di questo Governo Ombra...

Esattamente un anno fa (il 9 maggio 2008) Walter Veltroni presentava con orgoglio alla stampa il proprio Governo Ombra, formato da 12 uomini e 9 donne: Piero Fassino (Esteri), Marco Minniti (Interno), Lanfranco Tenaglia (Giustizia), Pier Luigi Bersani (Economia), Maria Pia Garavaglia (Istruzione), Matteo Colaninno (Sviluppo Economico), Enrico Letta (Welfare), Roberta Pinotti (Difesa), Alfonso Andria (Politiche Agricole), Ermete Realacci (Ambiente), Andrea Martella (Infrastrutture e Trasporti), Vincenzo Cerami (Beni e Attività Culturali), Giovanna Melandri (Comunicazione), Sergio Chiamparino (Riforme), Mariangela Bastico (Rapporti con le Regioni), Linda Lanzillotta (Pubblica Amministrazione e Innovazione), Vittoria Franco (Pari Opportinità), Beatrice Magnolfi (Semplificazione normativa), Maria Paola Merloni (Politiche Comunitarie), Michele Ventura (Attuazione del Programma), Pina Picierno (Politiche Giovanili). Facevano parte del governo ombra anche il vicesegretario del Pd, Dario Franceschini, i capigruppo alla Camera e al Senato, Antonello Soro e Anna Finocchiaro, Enrico Morando e Riccardo Franco Levi, che svolgevanono le funzioni di coordinatori e portavoce. E, ovviamente, Walter Veltroni stesso Presidente.

E' inutile sottolineare (siamo tutti contemporanei al fatto) come si sia trattato di un flop, così che è passato ai più inosservato l'annuncio di "chiusura" dello stesso, effettuato da Dario Franceschini sabato 21 febbraio 2009, nuovo segretario PD in seguito alle dimissioni di Walter Veltroni, contestualmente all'assemblea del Pd nella quale è stato eletto.

E' stato un governo molto ma molto "ombra" che non ha destato l'interesse di nessuno o quasi, e questo del tutto indipendentemente dalle convinzioni politiche, come dimostra la bassissima quota di partecipanti al sondaggio, nonostante sia rimasto online per un anno (normalmente avrebbe dovuto superare i 10.000 partecipanti).

Più che di fine o "chiusura" del Governo Ombra parleremmo di pietosa eutanasia, anche se resta più che mai valida la domanda se sia mai nato "veramente". Riportiamo, senza commenti per non infierire su un "trapassato", i risultati del sondaggio.


Governo Ombra

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Per concludere va come sempre ricordato come i sondaggi online free presenti su questo sito abbiano valore puramente indicativo, in quanto il campione non è stato selezionato secondo criteri socio-demografici di rappresentatività della popolazione. Se desiderate un sondaggio o una ricerca di mercato sicuramente rappresentativi, contattateci per uno studio ad hoc.


Tra poco più di un mese verrà pubblicata la nostra ricerca monitor sui tifosi delle squadre di Serie A, che con il Campionato 2008-2009 giunge oramai alla sua quinta edizione.

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Pubblichiamo qui di seguito il calendario delle ricerche di mercato Omnibus di giugno. Ricordando che è fondamentale prenotarsi per tempo, vi invitiamo a visitare questa pagina per maggiori dettagli e approfondimenti.


RICERCHE OMNIBUS 2009
DATA ORDINE TARGET DATA CONSEGNA
8 giugno Adulti 30 giugno
9 giugno Donne 1° luglio
10 giugno Responsabili acquisti 2 luglio
11 giugno Uomini 3 luglio
12 giugno Giovani 6 luglio

Diverse autorevoli fonti internazionali iniziano a sostenere che da qui ad un anno sarà in atto, sia pur debolmente, una ripresa economica. La vittoriosa "cavalcata" Fiat nell'accordo con Chrysler, commentata positivamente da tutti, ed in particolare dal presidente USA Obama, fa il resto, così l'Indice Cercom sulle aspettative di qualità della vita ad un anno fa registrare un deciso balzo in avanti (99,3) attestandosi vicino a quota 100.

Per maggiori dettagli (una ricerca di mercato dettagliata e approfondita) acquistate il nostro il nostro "Osservatorio Sociale".


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Gli ultimi 12 mesi:

  • Maggio 2008: continua la "luna di miele" con il Governo. A supporto di tanto ottimismo non c'è ancora nessun dato economico, solo molte iniziative (politiche, economiche, sociali), tutte ancora da definire.
  • Giugno 2008: tutti gli indicatori economici internazionali promettono solamente peggioramenti, ma l'impressione che l'Italia stia uscendo dall'immobilismo con inziative concrete (i rifiuti a Napoli, extracomunitari, finanziaria triennale anticipata) spinge all'ottimismo.
  • Luglio 2008: mese influenzato dalla fine dell'emergenza rifiuti a Napoli.
  • Agosto 2008: carovita, discesa del prezzo del petrolio, e solito ottimismo estivo..
  • Settembre 2008: la profonda crisi economica americana e internazionale (nazionalizzazione di Freddie Mac, Fannie Mae e AIG, fallimento Lehman Brothers, Merrill Lynch, salvata con una vendita all'ultimo istante, decine e decine di istituti del settore nazionalizzati/falliti/a rischio di fallimento in tutto il mondo, il tracollo delle borse mondiali; ecc., ecc.;) incide pesantemente sul giudizio. La paura del federalismo, e delle nuove tasse che potrebbe portare con sé, contribuisce al calo. La positiva conclusione della vicenda Alitalia mitiga (molto) parzialmente la visione negativa.
  • Ottobre 2008: la crisi internazionale sempre più profonda spinge l'indice in profonda discesa. L'incapacità di Governo e alcuni sindacati di "relazionarsi" fa il resto.
  • Novembre 2008: la fine della crisi viene quasi quotidianamente spostata in avanti, e non sembra veder fine. Le elezioni americane, soprattutto ad inizio mese, mitigano il pessimismo.
  • Dicembre 2008: un leggero rallentamento della discesa dell'indice: nessuna motivazione concreta, se non una diffusa sensazione che da qui ad un anno molto peggio non potrebbe/dovrebbe andare.
  • Gennaio 2009: inizio del mese influenzato positivamente dell'insediamento "in corso" del nuovo presidente statunitense, poi prevale il disorientamento per l'impossibilità di capire se e quando la crisi economica internazionale avrà toccato il fondo e inizierà la risalita.
  • Febbraio 2009: i commenti preoccupati del Presidente USA Obama e di personalità del settore economico-finanziario rafforzano il pessimismo.
  • Marzo 2009: inizia a fare capolino l'idea che il fondo della crisi sia stato toccato.
  • Aprile 2009: autorevoli fonti intrnazionali sostengono che da qui ad un anno sarà in atto una ripresa economica. La vittoriosa "cavalcata" Fiat nell'accordo con Chrysler fa il resto.

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I risultati di questo sondaggio sono solo un piccolo estratto dell'ampia e articolata ricerca di mercato "monitor", il nostro "Osservatorio Sociale". Se siete interessati a sottoscriverla, contattateci.


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