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E' agosto, mese di vacanza e di ottimismo per tutti. L'indice sul gradimento del Premier risale così decisamente, fino a superare quota 63, per poi attestarsi a quota 61,8 a seguito della querelle Premier-Repubblica scoppiata negli ultimi giorni del mese. Prima della querela di parte presentata dagli avvocati di Silvio Berlusconi, le 10 domande di Repubblica avevano effetto sui soli lettori del quotidiano, dopo diventano un argomento che coinvolge una fetta della popolazione molto più ampia.



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E' successo negli ultimi 12 mesi
  • Settembre 2008: la profonda crisi economica americana, e quindi mondiale, incide "a priori" sul giudizio. La paura del federalismo, e soprattutto delle nuove tasse che porterebbe con sé, fa il resto.
  • Ottobre 2008: mese diviso nettamente in due parti: una prima in discesa che culmina con il mancato "abbraccio amoroso" a G. W. Bush e la richiesta (poi smentita) di intervento della polizia nelle occupazioni studentesche; una seconda, di basso profilo, di risalita.
  • Novembre 2008: il Premier perde terreno soprattutto nella fascia collocata a destra nel suo stesso elettorato, in particolare al nord, perché "troppo morbido" verso gli studenti che occupano scuole e università e gli scioperanti (Alitalia su tutti).
  • Dicembre 2008: la finanziaria, che non grava più direttamente sulle tasche dei contribuenti come le precedenti, mantiene alto l'indice, che appare ancora su livelli troppo elevati, non più realistici o sostenibili nell'immediato, a meno di provvedimenti anticrisi da "bacchetta magica".
  • Gennaio 2009: mese con il Premier un po' defilato: i "riflettori" sono stati puntati prevalentemente sulle giunte campane di centro-sinistra (regionale e napoletana) e sull'aspetto etico del testamento biologico.
  • Febbraio 2009: ancora un mese con il Premier un po' defilato, più impegnato all'estero che in Italia.
  • Marzo 2009: nasce il "Popolo delle Libertà", con ampia e positiva copertura dei media.
  • Aprile 2009: l'ampio apprezzamento della gestione del terremoto in Abruzzo fa compiere all'indice un balzo in avanti di 3 punti, riportandolo ai valori di ottobre.
  • Maggio 2009: mese di elezioni, con vistosi (veri e/o presunti) scivoloni del Premier (veline, Noemi, divorzio, Mills, attacco alla magistratura), sottolineati dal principale partito di opposizione, che vi incentra la propria campagna elettorale.
  • Giugno 2009: dopo una prima parte del mese, di recupero, caratterizzata dalle vittoriose elezioni e dall'accusa flop sui voli di stato, nella seconda l'indice di gradimento perde con gli interessi quanto riguadagato, per via delle accuse su feste "piccanti" a Villa Certosa.
  • Luglio 2009: nella prima parte del mese l'impeccabile vertice dei G8 a L'Aquila, nella seconda il ricatto del Sud che batte a cassa "convincendo" il Governo, portano consensi al Premier.
  • Agosto 2009: mese di vacanza e di ottimismo per tutti; l'indice risale così decisamente, per poi riscendere parzialmente a seguito della querelle Premier-Repubblica scoppiata negli ultimi giorni del mese.

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I risultati di questo sondaggio sono solo un piccolo estratto dell'ampia e articolata ricerca di mercato "monitor", il nostro "Osservatorio Sociale". Se siete interessati a sottoscriverla, contattateci.


A luglio l'indice Cercom sulle aspettative della qualità della vita ad un anno ha ripreso a salire, attestandosi con 99,3 ai livelli di aprile, poco sotto quota 100.

Le dichiarazioni dei principali esponenti economici, così come quelle di leader politici, sia nazionali che internazionali, che prevedono da qui ad un anno una ripresa già in atto, vengono accolte con scetticismo dagli intervistati. Il perchè è molto chiaro: si tratta di qualcosa che gli esperti prevedono (e che ovviamente non hanno concretamente ancora visto), ma siccome i cittadini non ne intravedono nemmeno la scia in lontananza (cioè subiscono ancora fortemente la crisi), e hanno bene in memoia che gli esperti di previsioni errate ne fanno quotidianamente, chi più chi meno resta sospettoso. Non pessimista, tanto che l'indice, sia pur leggermente, risale: definiremo l'atteggiamento di cauta diffidenza. Nell'attesa di poter lasciare, ben volentieri, il posto all'ottimismo.

Per un'analisi completa (una ricerca di mercato dettagliata e approfondita) acquistate il nostro il nostro "Osservatorio Sociale".


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Gli ultimi 12 mesi:

  • Agosto 2008: carovita, discesa del prezzo del petrolio, e solito ottimismo estivo..
  • Settembre 2008: la profonda crisi economica americana e internazionale (nazionalizzazione di Freddie Mac, Fannie Mae e AIG, fallimento Lehman Brothers, Merrill Lynch, salvata con una vendita all'ultimo istante, decine e decine di istituti del settore nazionalizzati/falliti/a rischio di fallimento in tutto il mondo, il tracollo delle borse mondiali; ecc., ecc.;) incide pesantemente sul giudizio. La paura del federalismo, e delle nuove tasse che potrebbe portare con sé, contribuisce al calo. La positiva conclusione della vicenda Alitalia mitiga (molto) parzialmente la visione negativa.
  • Ottobre 2008: la crisi internazionale sempre più profonda spinge l'indice in profonda discesa. L'incapacità di Governo e alcuni sindacati di "relazionarsi" fa il resto.
  • Novembre 2008: la fine della crisi viene quasi quotidianamente spostata in avanti, e non sembra veder fine. Le elezioni americane, soprattutto ad inizio mese, mitigano il pessimismo.
  • Dicembre 2008: un leggero rallentamento della discesa dell'indice: nessuna motivazione concreta, se non una diffusa sensazione che da qui ad un anno molto peggio non potrebbe/dovrebbe andare.
  • Gennaio 2009: inizio del mese influenzato positivamente dell'insediamento "in corso" del nuovo presidente statunitense, poi prevale il disorientamento per l'impossibilità di capire se e quando la crisi economica internazionale avrà toccato il fondo e inizierà la risalita.
  • Febbraio 2009: i commenti preoccupati del Presidente USA Obama e di personalità del settore economico-finanziario rafforzano il pessimismo.
  • Marzo 2009: inizia a fare capolino l'idea che il fondo della crisi sia stato toccato.
  • Aprile 2009: autorevoli fonti intrnazionali sostengono che da qui ad un anno sarà in atto una ripresa economica. La vittoriosa "cavalcata" Fiat nell'accordo con Chrysler fa il resto.
  • Maggio 2009: i vistosi (veri e/o presunti) scivoloni del Premier (veline, Noemi, divorzio, Mills, attacco alla magistratura), sottolineati dal principale partito di opposizione che vi incentra la propria campagna elettorale, deprimono gli elettori, che disertano le urne, e l'ottimismo nella qualità della vita ad un anno.
  • Giugno 2009: un mese con poche novità, con le solite notizie contrastanti sulla ripresa economico-finanziaria e le solite polemiche politiche di basso livello.
  • Luglio 2009: i principali esponenti economici e leder politici, sia nazionali che internazionali, prevedono da qui ad un anno una (debole) ripresa già in atto, ma presso i cittadini prevale una cauta diffidenza.

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I risultati di questo sondaggio sono solo un piccolo estratto dell'ampia e articolata ricerca di mercato "monitor", il nostro "Osservatorio Sociale". Se siete interessati a sottoscriverla, contattateci.


A luglio l'indice sul gradimento del Premier è risalito decisamente, attestandosi con 60,1 poco sopra quota 60. Un risultato di assoluto rilievo, tuttavia lontano dagli oltre 70 punti che raggiungeva stabilmente un anno fa di questi tempi: quei valori, come dicevamo anche allora, erano fuori da ogni logica (leggasi: elevati a livello quasi plebiscitario, in una misura difficilmente riscontrabile in altri paesi democratici) e difficilmente verranno riavvicinati nel prossimo futuro.

L'opposizione, dopo il periodo elettorale impostato prevalentemente sull'antiberlusconismo a oltranza, a luglio allenta un po' la morsa, distratta dalla ricerca di un proprio leader, nuovo o vecchio. I riflettori sono quindi tutti per il Premier. Il mese è caratterizzato da due avvenimenti: nella prima parte l'impeccabile vertice dei G8 a L'Aquila, nella seconda il ricatto del Sud che batte a cassa, "convincendo" il Governo. Entrambi gli avvenimenti portano consensi al Premier.

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E' successo negli ultimi 12 mesi
  • Agosto 2008: tra crisi economica, carovita e altalena del prezzo del petrolio, prevale il solito ottimismo estivo.
  • Settembre 2008: la profonda crisi economica americana, e quindi mondiale, incide "a priori" sul giudizio. La paura del federalismo, e soprattutto delle nuove tasse che porterebbe con sé, fa il resto.
  • Ottobre 2008: mese diviso nettamente in due parti: una prima in discesa che culmina con il mancato "abbraccio amoroso" a G. W. Bush e la richiesta (poi smentita) di intervento della polizia nelle occupazioni studentesche; una seconda, di basso profilo, di risalita.
  • Novembre 2008: il Premier perde terreno soprattutto nella fascia collocata a destra nel suo stesso elettorato, in particolare al nord, perché "troppo morbido" verso gli studenti che occupano scuole e università e gli scioperanti (Alitalia su tutti).
  • Dicembre 2008: la finanziaria, che non grava più direttamente sulle tasche dei contribuenti come le precedenti, mantiene alto l'indice, che appare ancora su livelli troppo elevati, non più realistici o sostenibili nell'immediato, a meno di provvedimenti anticrisi da "bacchetta magica".
  • Gennaio 2009: mese con il Premier un po' defilato: i "riflettori" sono stati puntati prevalentemente sulle giunte campane di centro-sinistra (regionale e napoletana) e sull'aspetto etico del testamento biologico.
  • Febbraio 2009: ancora un mese con il Premier un po' defilato, più impegnato all'estero che in Italia.
  • Marzo 2009: nasce il "Popolo delle Libertà", con ampia e positiva copertura dei media.
  • Aprile 2009: l'ampio apprezzamento della gestione del terremoto in Abruzzo fa compiere all'indice un balzo in avanti di 3 punti, riportandolo ai valori di ottobre.
  • Maggio 2009: mese di elezioni, con vistosi (veri e/o presunti) scivoloni del Premier (veline, Noemi, divorzio, Mills, attacco alla magistratura), sottolineati dal principale partito di opposizione, che vi incentra la propria campagna elettorale.
  • Giugno 2009: dopo una prima parte del mese, di recupero, caratterizzata dalle vittoriose elezioni e dall'accusa flop sui voli di stato, nella seconda l'indice di gradimento perde con gli interessi quanto riguadagato, per via delle accuse su feste "piccanti" a Villa Certosa.
  • Luglio 2009: nella prima parte del mese l'impeccabile vertice dei G8 a L'Aquila, nella seconda il ricatto del Sud che batte a cassa "convincendo" il Governo, portano consensi al Premier.

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I risultati di questo sondaggio sono solo un piccolo estratto dell'ampia e articolata ricerca di mercato "monitor", il nostro "Osservatorio Sociale". Se siete interessati a sottoscriverla, contattateci.



Con 98,3 l'indice Cercom sulle aspettative della qualità della vita ad un anno rimane sostanzialmente stabile.

In effetti, rispetto al mese precedente, non ci sono sostanziali novità: sempre notizie contrastanti sulla crisi economico-finanziaria internazionale e sull'avvio della ripresa; le solite polemiche sul Premier e del Premier; un'opposizione poco incisiva e con poco appeal; le finanze familiari sempre più risicate.

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Gli ultimi 12 mesi:

  • Luglio 2008: mese influenzato dalla fine dell'emergenza rifiuti a Napoli.
  • Agosto 2008: carovita, discesa del prezzo del petrolio, e solito ottimismo estivo..
  • Settembre 2008: la profonda crisi economica americana e internazionale (nazionalizzazione di Freddie Mac, Fannie Mae e AIG, fallimento Lehman Brothers, Merrill Lynch, salvata con una vendita all'ultimo istante, decine e decine di istituti del settore nazionalizzati/falliti/a rischio di fallimento in tutto il mondo, il tracollo delle borse mondiali; ecc., ecc.;) incide pesantemente sul giudizio. La paura del federalismo, e delle nuove tasse che potrebbe portare con sé, contribuisce al calo. La positiva conclusione della vicenda Alitalia mitiga (molto) parzialmente la visione negativa.
  • Ottobre 2008: la crisi internazionale sempre più profonda spinge l'indice in profonda discesa. L'incapacità di Governo e alcuni sindacati di "relazionarsi" fa il resto.
  • Novembre 2008: la fine della crisi viene quasi quotidianamente spostata in avanti, e non sembra veder fine. Le elezioni americane, soprattutto ad inizio mese, mitigano il pessimismo.
  • Dicembre 2008: un leggero rallentamento della discesa dell'indice: nessuna motivazione concreta, se non una diffusa sensazione che da qui ad un anno molto peggio non potrebbe/dovrebbe andare.
  • Gennaio 2009: inizio del mese influenzato positivamente dell'insediamento "in corso" del nuovo presidente statunitense, poi prevale il disorientamento per l'impossibilità di capire se e quando la crisi economica internazionale avrà toccato il fondo e inizierà la risalita.
  • Febbraio 2009: i commenti preoccupati del Presidente USA Obama e di personalità del settore economico-finanziario rafforzano il pessimismo.
  • Marzo 2009: inizia a fare capolino l'idea che il fondo della crisi sia stato toccato.
  • Aprile 2009: autorevoli fonti intrnazionali sostengono che da qui ad un anno sarà in atto una ripresa economica. La vittoriosa "cavalcata" Fiat nell'accordo con Chrysler fa il resto.
  • Maggio 2009: i vistosi (veri e/o presunti) scivoloni del Premier (veline, Noemi, divorzio, Mills, attacco alla magistratura), sottolineati dal principale partito di opposizione che vi incentra la propria campagna elettorale, deprimono gli elettori, che disertano le urne, e l'ottimismo nella qualità della vita ad un anno.
  • Giugno 2009: un mese con poche novità, con le solite notizie contrastanti sulla ripresa economico-finanziaria e le solite polemiche politiche di basso livello.

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I risultati di questo sondaggio sono solo un piccolo estratto dell'ampia e articolata ricerca di mercato "monitor", il nostro "Osservatorio Sociale". Se siete interessati a sottoscriverla, contattateci.


Giornalisti ignoranti - 09/07/2009 @ 14:55

A richiesta ripubblichiamo, aggiornato, l'articolo postato un mese fa.

Tra tante ricerche di mercato serie, ogni tanto ci vuole un sondaggio leggero, come questo che tende ad appurare se, secondo gli intervistati, i giornalisti che cercano di pronunciare i nomi di personaggi "italo-stranieri" secondo la pronuncia della nazione estera di nascita o di residenza, si comportino da ignoranti. Premesso che anche tra i giornalisti esistono, come in tutte le categorie di lavoratori, personalità dai più diversi livelli intellettuali e professionali, possiamo subito riassumere la risposta in:



sì, da questo punto di vista i giornalisti italiani sono diffusamente ignoranti
e, come vedremo, lo sono per due italiani su tre.

Ovviamente non si tratta di un delitto, c'è veramente di peggio, ma, visto che soprattutto i giornalisti televisivi fanno da traino alla lingua italiana, il quesito ci è sembrato intrigante.

Premessa

Alcuni "punti fermi" attraverso cui inquadrare l'argomento:

  • gli stranieri che pronunciano un cognome italiano secondo la propria lingua sbagliano, commettono un errore, veniale se vogliamo, ma chi lo perpetua essendo italiano lo commette doppiamente;
  • non è comunque vero che tutti gli stranieri si comportino così, infatti, mentre è vero che i francesi (giornalisti e non) hanno tremende difficoltà a pronunciare i nomi italiani senza l'accento sull'ultima vocale, non è quasi mai vero per spagnoli, argentini, uruguaiani, che si sforzano di pronunciare i nomi italiani all'italiana, quasi sempre riuscendoci (vedere una partita di calcio con la cronaca di queste nazioni per crederci); è invece vero che gli anglofoni storpiano spesso terribilmente i nomi italiani, ma i nostri giornalisti in questo caso preferiscono "stranamente" (vedere sotto) soprassedere;
  • esiste, poi, l'ignoranza tout court della lingua straniera in cui i nostri giornalisti tentano di pronunciare il nome. Un esempio per tutti, su centinaia di casi: Bogliacino (attualmente calciatore del Napoli, italo-uruguaiano) col cognome che viene sempre pronunciato Bogliasino, forma che non è né italiana (ovviamente) né spagnola (neanche secondo una eventuale pronuncia uruguaiana) dove dovrebbe essere, semmai, Bog-liasino (col gl di glicine).


Come nasce questa mania di immolare la pronuncia italiana a favore di a volte fantomatiche pronunce straniere?

Alla base c'è la volontà di non apparire assolutamente nazionalisti, conseguenza collaterale emersa dopo la sconfitta nella seconda guerra mondiale, sconfitta che ci aveva fatto perdere ogni residuo di nazionalismo dopo la triste "sbornia" (al riguardo) del periodo fascista. A supporto di questa forma di antinazionalismo linguistico (che si basa sull'antinazionalismo tout court) si aggiunse anche il fatto che per decenni gli intellettuali italiani sono stati prevalentemente di sinistra (quindi antinazionalisti) e che, obiettivamente, molti italo-stranieri, soprattutto francesi ma non solo, si vergognavano delle loro origini e ci tenevano a prendere le distanze dalla terra d'origine (in Francia, nella fattispecie, ad un certo punto si assistette ad un miracoloso moltiplicasi dei corsi).

C'è poi una forte ignoranza di fondo dei nostri giornalisti (vedere, al riguardo, il sondaggio "Giornalisti ignoranti - 2"), che cercano di palesare una cultura - in realtà assente - con improbabili pronunce straniere. Così queste pronunce "strane" sono diventate la norma, quasi un "famolo (= pronunciamolo) strano" di verdoniana memoria, o, un siamo ignoranti ma "nun famose riconosce" alla Sordi. Ma molti italiani imparano l'italiano dalla TV, e questo comportamento contribuisce a diffondere e perpetuare gli errori.

Due testimonianze

  1. Ricordo un'intervista a Michel Platini, appena acquistato dalla Juventus, che invitò il giornalista a chiamarlo Platini e non Platinì, ma siccome neanche lui riuscì a pronunciare il proprio cognome completamente senza accento sull'ultima i, l'effetto fu quasi comico e l'appello rimase inascoltato; comunque, se contasse il pensiero...
  2. Siamo riusciti ad intervistare uno dei cronisti sportivi che storpiano sistematicamente i cognomi "italo-stranieri", intervista che preferiamo non riportare per "carità di patria", con l'eccezione di due piccole "chicche":
    1°. alla domanda sul perché non pronunciassero all'inglese, o all'americana, i cognomi italiani di cittadini provenienti da terre anglofone (abbiamo fatto l'esempio di noti attori), ha risposto che sarebbe stato ridicolo, avrebbe fatto tanto Stanlio e Ollio;
    2°. alla sua affermazione che per i cittadini stranieri (anglofoni esclusi, come abbiamo visto...) i cognomi andavano pronunciati secondo la loro lingua nazionale, abbiamo obiettato che questo spesso non era vero (in quanto in possesso anche della nostra nazionalità), e abbiamo fatto l'esempio di un amico, di famiglia italiana a memoria d'uomo, ma dal cognome francese Lacroix, che tutti hanno sempre pronunciato "Lacruà", e abbiamo chiesto se ci consigliava di chiamarlo, da allora in poi, Lacroix, così come si scrive. Ci ha attaccato (magari giustamente, aggiungiamo) il telefono in faccia.

    Che dire: forse solamente peccato che non siano esistiti degli Stanlio e Ollio francesi o spagnoli...

Risultati e commenti


Sondaggio giornalisti ignoranti

Il commento dei risultati, a questo punto, può essere estremamente breve: tranne i quasi 2/3 che dicono che così facendo i giornalisti dimostrano ignoranza, (e non sono pochi: quindi 2 italiani su 3 parlano apertamente di ignoranza) tutti gli altri intervistati sbagliano.

Sbaglia sicuramente, per quanto scritto sopra, il 4,6% che dice che dimostrano cultura, e di conseguenza sbaglia anche l'8,2% che cade nella nostra provocazione, e invita a pronunciare i cognomi stranieri all'italiana. Cosa che, ovviamente, non deve essere un tabù (soprattutto se non si è cronisti), perché non tutti possono conoscere le lingue, ma sarebbe da evitare in forma istituzionalizzata per non incorrere nell'errore contrario rispetto a quello diffusamente commesso dai nostri giornalisti.

Ci sentiamo di rifiutare anche il 23% di intervistati che definiscono questo un vezzo: sarebbe tale se fossero in pochi a comportarsi così, ma siccome lo fanno quasi tutti, e da decenni, si tratta, a parer nostro, di semplice ignoranza latente.



Ma c'è veramente di peggio, ed è tutto sommato divertente sentire questi giornalisti barcamenarsi nelle loro pronunce da finti uomini di cultura.


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Per concludere va come sempre ricordato come i sondaggi online free presenti su questo sito abbiano valore puramente indicativo, in quanto il campione non è stato selezionato secondo criteri socio-demografici di rappresentatività della popolazione. Se desiderate un sondaggio o una ricerca di mercato sicuramente rappresentativi, contattateci per uno studio ad hoc.


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