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Maggio 2011

L'indice Cercom sulle aspettative sulla qualità della vita ad un anno scende nuovamente sotto quota 100, a 99,6. No, a livello di indicatori economici non è cambiato praticamente niente, e si continua a navigare in una mediocrità che mese dopo mese ci fa perdere posizioni tra le nazioni industrializzate. Quello che deprime l'indice è soprattutto il dubbio sulla saldezza della maggioranza, la sua capacità (fino ad ora ha fatto poco, secondo i più: vedere anche il nostro specifico sondaggio online) e possibilità (numerica) di governare.

Per dettagli vedere l'ampia ricerca di mercato a pagamento.


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Gli ultimi 12 mesi:

  • Giugno 2010 (105,8): continua la poca concretezza del Governo, le diatribe interne, un incomprensibile, ai più, Ministro (Brancher) che compare e scompare nel giro di poche settimane, ed inizia ad insinuarsi il sospetto che manchi una guida che ci faccia uscire dalla crisi.
  • Luglio 2010 (108,2): diversi dati macroeconomici, in particolare quelli italiani sulla produzione industriale, spingono all'ottimismo.
  • Agosto 2010 (109,1): la disdicevole diatriba interna al Governo (o meglio, ai partiti che lo sostengono) mitiga solo parzialmente il consueto ottimismo estivo, ma non lo annulla, tanto che con 109,1 si registra il secondo miglior risultato di sempre. I dati economico-finanziari parlano di ripresa molto debole.
  • Settembre 2010 (109,3): nel tener alto l'indice recita un ruolo importante anche la consapevolezza che, nel pieno della crisi, quando tutte le previsioni erano pessimistiche, non sia andata poi tanto male. Allora perché non aver fiducia adesso, che la "ripresina" è iniziata?.
  • Ottobre 2010 (106,0): finito l'ottimismo estivo, c'è incertezza per la ripresa estremamente debole e per la tenuta del Governo. Molto contribuisce anche la situazione Fiat e le dichiarazioni dell'A.D. Marchionne.
  • Novembre 2010 (104,8): tutti gli organi economico-finanziari internazionali e e nazionali mettono l'Italia in coda per la ripresa, molto lontana dalle altre "grandi" nazioni. Sale la disoccupazione, diminuiscono le esportazioni, tiene la spesa interna.
  • Dicembre 2010 (102,1): tra una canzone natalizia e l'altra i cittadini apprendono che la crisi è tutt'altro che superata, e l'Italia è in difficoltà, non solo per la ripresa, ma anche per la tenuta economica del Paese.
  • Gennaio 2011 (100,1): le indicazioni economiche, che dopo Grecia e Irlanda fanno trasparire (in lontananza) l'Italia come una candidata al tracollo economico, deprimono fortemente l'indice, anche se nessuno ci crede veramente. Le vicende del Premier (caso Ruby), che gli fanno toccare il più basso indice di gradimento (vedere articolo sull'apposito indice), contribuiscono non poco a deprimere ulterioprmente le aspettative.
  • Febbraio 2011 (102,9): due elementi contribuiscono a questo ottimismo: 1°. il governo ritrova la propria stabilità; 2°. (paradossalmente) la decisone con cui tutti gli indicatori, nazionali e internazionali, posizionano l'Italia al più basso livello di crescita tra le maggiori nazioni industrializzate, che "fa mettere l'animo in pace" agli italiani, che sanno che l'economia comunque crescerà, poco ma crescerà.
  • Marzo 2011 (100): è un mese nero (si fa per dire) per l'apprezzamento del governo, ed anche se non ci sono in vista cambiamenti, l'indice scende. L'aumento delle accise sulla benzina fa il resto.
  • Aprile 2011 (100,9): nessuna novità (o meglio tante novità e non-novità marginali) e l'indice continua a rimbalzare su quota 100.
  • Maggio 2011 (99,6): a livello di indicatori economici non è cambiato praticamente niente, e si continua a navigare in una mediocrità che mese dopo mese ci fa perdere posizioni tra le nazioni industrializzate. Quello che deprime è soprattutto il dubbio sulla saldezza della maggioranza, la sua capacità (fa poco o niente) e possibilità (numerica) di governare.


Maggio. Brutto scivolone dell'indice di gradimento del Premier, che perde 6,5 punti in un solo mese, scendendo a 43,7. Parliamo di oltre 20 punti di gradimento persi da maggio 2010 a maggio 2011. Il Premier paga la sconfitta della propria coalizione alla prima tornata delle elezioni (agli italiani non piacciono i perdenti), e, a fine mese, l'improvvida conversazione con l'esterefatto Presidente U.S.A., dove si esprime, secondo i media, in termini molto duri sulla magistratura italiana (..in Italia dittatura dei giudici..). Questa sola conversazione gli costa circa 2 punti sull'immediato. Ha dimenticato un vecchio e sentito proverbio italiano, che prescindendo dal torto o dalla ragione, recita: "I panni sporchi si lavano in famiglia".

Quello appena riportato è solo un estratto, un'esemplificazione, di una situazione estremamente più complessa e articolata, illustrata nell'apposito rapporto di un ampia ricerca di mercato a pagamento, il nostro "Osservatorio Sociale". Se siete interessati a sottoscriverla, contattateci.



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E' successo negli ultimi 12 mesi
  • Giugno 2010 (59,7): il "partito del fare" non esiste più, da mesi si parla e si parla e non si conclude niente; la legge sulle intercettazioni, che monopolizza il dibattito politico, viene vista come importante solo da chi ha qualcosa da nascondere "di importante" a livello penale, cioè, statisticamente, quasi da nessuno; l'idea di nominare improvvisamente ministro Aldo Brancher"sconcerta" (quanto meno) i più.
  • Luglio 2010 (63,7): gli italiani apprezzano soprattutto il rinnovato "piglio" e la "centralità" (= attiva presenza) negli avvenimenti politici del Paese da parte del Premier.
  • Agosto 2010 (62,1): discesa dovuta alla diatriba infinita con Fini, agli attacchi diretti al Presidente della Camera da alcuni giornali percepiti come vicinissimi al Presidente del Consiglio, ad un notevole immobilismo del Governo (tipico delle pause estive), al legittimo dubbio se chi non è capace di tenere unita una maggioranza, sia poi adatto a guidare il Governo. Ma si tratta complessivamente di una perdita di consenso minimo, niente di paragonabile a quanto era avvenuto con Prodi in una situazione conflittuale simile: un successo.
  • Settembre 2010 (63,8): tra minacce di elezioni un giorno sì e l'altro no, e la scissione dei parlamentari finiani alle porte, il Premier ricompatta le fila dei propri sostenitori.
  • Ottobre 2010 (59,2): il premier paga sopprattutto la sensazione, presso i cittadini, di immobilità del Governo, che si affanna solo per leggi ritenute ad personam.
  • Novembre 2010 (52,6): il Premier paga un mese da "perdente": l'idea che possa essere sfiduciato lo fa abbandonare da molti, e "tocca il fondo" del suo mandato. L'ennesimo "scandalo" (?) per le escort (ma una volta non si chiamavano così) più o meno maggiorenni da il colpo di grazia.
  • Dicembre 2010 (60,1): il Premier ottiene la fiducia, è nuovamente "vincente", poi è Natale... Il maggiore recupero nel mandato: 7,5 punti.
  • Gennaio 2011 (51,8): l'indice crolla ai livelli più bassi di sempre (per S. Berlusconi). Molte le motivazioni: 1. la virulenza degli attacchi che il Premier lancia agli avversari, poco da "moderato"; 2. questo Governo fa poco e quel poco è ad uso e consumo del Premier (poco importa che sia o non sia così: è così che viene percepito); 3. la vicenda Ruby ed i presunti festini di Arcore, che disturbano soprattutto per la mancanza di dignità della vicenda; 4. il federalismo che, al di sotto della Pianura Padana (ma non solo), ai più non va giù.
  • Febbraio 2011 (51,9): (esemplificazione di una situazione estremamente più complessa e articolata:) nella prima metà del mese il Premier, al centro del "caso Ruby" sui media nazionali ed internazionali, vede l'indice scendere per la prima volta sotto il 50% (fino a 48,1); nella seconda parte del mese, quando riprende in mano la maggioranza parlamentare (agli italiani piacciono i leader forti e sicuri) recupera.
  • Marzo 2011 (48,9): Berlusconi paga la campagna anti giudici e quella che viene ritenuta una pessima gestione, a livello internazionale, sia della crisi libica che dell'immigrazione.
  • Aprile 2011 (50,2): indice depresso dal giudizio sull'incontro con Sarkozy di fine mese. Ma sembra di essere oramai al cospetto di uno "zoccolo duro", molto ampio, di "fedeli" del Premier, presto pronti a "perdonare" anche quello che in un primo momento non approvano. Così che complessivamente si torna sopra quota 50.
  • Maggio 2011 (43,7): perde 6,5 punti in un solo mese, oltre 20 da maggio 2010 a maggio 2011. Il Premier paga la sconfitta della propria coalizione alla prima tornata delle elezioni (agli italiani non piacciono i perdenti), e, a fine mese, l'improvvida conversazione con l'esterefatto Presidente U.S.A..

Da meno di una settimana è finito il campionato 2010-2011, e pubblichiamo la tanto attesa classifica dei tifosi della Serie A, un appuntamento giunto ormai al settimo anno, che quest'anno porta, nei risultati, diverse novità. Si tratta di una ricerca di mercato consolidata e matura, quella probabilmente svolta da più tempo nel settore. E' stata sviluppata con 7000 interviste (3500 per il girone di andata, altrettante per quello di ritorno) ripartite secondo i parametri sociodemografici della popolazione italiana.

Pubblichiamo i soli dati percentuali, e senza commento: da qualche anno questa ricerca di mercato è a pagamento; per saperne di più cliccate qui. Ordinate la vostra copia del rapporto, con ampi commenti e tabelle secondo tutte le principali discriminanti sociodemografiche (nazionali e regionali), le diverse tipologie di tifosi, l'entità numerica degli stessi (non le sole percentuali).


Pur senza commentare ci sembra infatti giusto puntualizzare che, nella tabella sottostante, vedete come totale sempre 100%; ma attenzione: per leggere le variazioni di anno in anno bisogna conoscere il numero totale di tifosi, perché ad una percentuale in crescita non sempre corrisponde un aumento dei tifosi, e viceversa. E questo lo potete fare solo acquistando il rapporto finale. Da questo link è possibile scaricare una copia esemplificativa del rapporto (datata e con molti dati assenti o camuffati) diffusa a puro titolo esemplificativo di cosa contiene la ricerca completa, per andare incontro a chi intende acquistarla e vuole una prima idea di massima di cosa riceverà.



Questa tabella è un'anticipazione: il rapporto finale completo (a pagamento) sarà pronto a breve.



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Questa tabella può essere liberamente pubblicata, purché integralmente così com'è. I singoli dati anche, purché venga riportato che si tratta di un estratto, e venga sempre citata la fonte: "Studio Grizzaffi - Cercom Consulting" ed il link "www.ricerchedimercato.it".


Aprile 2011

L'indice Cercom sulle aspettative sulla qualità della vita ad un anno (100,9) continua a "rimbalzare" sulla linea di quota 100. Tra vari indici internazionali, nessuno positivo, e le puntuali rassicurazioni del ministro Tremonti (anche sulla manovra correttiva), si continua a navigare in un mare di novità e non-novità marginali.

Per dettagli vedere l'ampia ricerca di mercato a pagamento.


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Gli ultimi 12 mesi:

  • Maggio 2010 (107,2): la crisi greca è forte, e, per qualche giorno, sembra poter coinvolgere anche l'Italia. Ma i dati per disoccupazione, produzione industriale, PIL ed i commenti degli organi finanziari e monetari internazionali sembrano premiare l'Italia e la manovra proposta (e, come sempre, non ancora varata) dal Governo.
  • Giugno 2010 (105,8): continua la poca concretezza del Governo, le diatribe interne, un incomprensibile, ai più, Ministro (Brancher) che compare e scompare nel giro di poche settimane, ed inizia ad insinuarsi il sospetto che manchi una guida che ci faccia uscire dalla crisi.
  • Luglio 2010 (108,2): diversi dati macroeconomici, in particolare quelli italiani sulla produzione industriale, spingono all'ottimismo.
  • Agosto 2010 (109,1): la disdicevole diatriba interna al Governo (o meglio, ai partiti che lo sostengono) mitiga solo parzialmente il consueto ottimismo estivo, ma non lo annulla, tanto che con 109,1 si registra il secondo miglior risultato di sempre. I dati economico-finanziari parlano di ripresa molto debole.
  • Settembre 2010 (109,3): nel tener alto l'indice recita un ruolo importante anche la consapevolezza che, nel pieno della crisi, quando tutte le previsioni erano pessimistiche, non sia andata poi tanto male. Allora perché non aver fiducia adesso, che la "ripresina" è iniziata?.
  • Ottobre 2010 (106,0): finito l'ottimismo estivo, c'è incertezza per la ripresa estremamente debole e per la tenuta del Governo. Molto contribuisce anche la situazione Fiat e le dichiarazioni dell'A.D. Marchionne.
  • Novembre 2010 (104,8): tutti gli organi economico-finanziari internazionali e e nazionali mettono l'Italia in coda per la ripresa, molto lontana dalle altre "grandi" nazioni. Sale la disoccupazione, diminuiscono le esportazioni, tiene la spesa interna.
  • Dicembre 2010 (102,1): tra una canzone natalizia e l'altra i cittadini apprendono che la crisi è tutt'altro che superata, e l'Italia è in difficoltà, non solo per la ripresa, ma anche per la tenuta economica del Paese.
  • Gennaio 2011 (100,1): le indicazioni economiche, che dopo Grecia e Irlanda fanno trasparire (in lontananza) l'Italia come una candidata al tracollo economico, deprimono fortemente l'indice, anche se nessuno ci crede veramente. Le vicende del Premier (caso Ruby), che gli fanno toccare il più basso indice di gradimento (vedere articolo sull'apposito indice), contribuiscono non poco a deprimere ulterioprmente le aspettative.
  • Febbraio 2011 (102,9): due elementi contribuiscono a questo ottimismo: 1°. il governo ritrova la propria stabilità; 2°. (paradossalmente) la decisone con cui tutti gli indicatori, nazionali e internazionali, posizionano l'Italia al più basso livello di crescita tra le maggiori nazioni industrializzate, che "fa mettere l'animo in pace" agli italiani, che sanno che l'economia comunque crescerà, poco ma crescerà.
  • Marzo 2011 (100): è un mese nero (si fa per dire) per l'apprezzamento del governo, ed anche se non ci sono in vista cambiamenti, l'indice scende. L'aumento delle accise sulla benzina fa il resto.
  • Aprile 2011 (100,9): nessuna novità (o meglio tante novità e non-novità marginali) e l'indice continua a rimbalzare su quota 100.


Aprile. Con 50,2 l'indice Cercom sul gradimento del Premier recupera, sia pur di poco, quota 50. Va evidenziato che l'indice sarebbe risultato più alto se non fosse stato depresso dal giudizio sull'incontro con Sarkozy di fine mese. Sembra di essere oramai al cospetto di uno "zoccolo duro", molto ampio, di "fedeli" del Premier, presto pronti a "perdonare" anche quello che in un primo momento non approvano. Le polemiche con la magistratura sono la zavorra per un più ampio consenso.

In realtà quella appena riportata è solo un'esemplificazione di una situazione estremamente più complessa e articolata, come riportato nell'apposito rapporto della ricerca di mercato a pagamento.


N.B. I risultati di questo sondaggio sono solo un piccolo estratto dell'ampia e articolata ricerca di mercato "monitor", il nostro "Osservatorio Sociale". Se siete interessati a sottoscriverla, contattateci.



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E' successo negli ultimi 12 mesi
  • Maggio 2010 (64,7): ad un inizio del mese (gestione della crisi greca e manovra biennale) valutato molto positivamente, segue una seconda metà inferiore al valore medio riportato, dove si "rimprovera" al Governo, e quindi al Premier, la difficoltà di mettere in opera il gran parlare di leggi e provvedimenti.
  • Giugno 2010 (59,7): il "partito del fare" non esiste più, da mesi si parla e si parla e non si conclude niente; la legge sulle intercettazioni, che monopolizza il dibattito politico, viene vista come importante solo da chi ha qualcosa da nascondere "di importante" a livello penale, cioè, statisticamente, quasi da nessuno; l'idea di nominare improvvisamente ministro Aldo Brancher"sconcerta" (quanto meno) i più.
  • Luglio 2010 (63,7): gli italiani apprezzano soprattutto il rinnovato "piglio" e la "centralità" (= attiva presenza) negli avvenimenti politici del Paese da parte del Premier.
  • Agosto 2010 (62,1): discesa dovuta alla diatriba infinita con Fini, agli attacchi diretti al Presidente della Camera da alcuni giornali percepiti come vicinissimi al Presidente del Consiglio, ad un notevole immobilismo del Governo (tipico delle pause estive), al legittimo dubbio se chi non è capace di tenere unita una maggioranza, sia poi adatto a guidare il Governo. Ma si tratta complessivamente di una perdita di consenso minimo, niente di paragonabile a quanto era avvenuto con Prodi in una situazione conflittuale simile: un successo.
  • Settembre 2010 (63,8): tra minacce di elezioni un giorno sì e l'altro no, e la scissione dei parlamentari finiani alle porte, il Premier ricompatta le fila dei propri sostenitori.
  • Ottobre 2010 (59,2): il premier paga sopprattutto la sensazione, presso i cittadini, di immobilità del Governo, che si affanna solo per leggi ritenute ad personam.
  • Novembre 2010 (52,6): il Premier paga un mese da "perdente": l'idea che possa essere sfiduciato lo fa abbandonare da molti, e "tocca il fondo" del suo mandato. L'ennesimo "scandalo" (?) per le escort (ma una volta non si chiamavano così) più o meno maggiorenni da il colpo di grazia.
  • Dicembre 2010 (60,1): il Premier ottiene la fiducia, è nuovamente "vincente", poi è Natale... Il maggiore recupero nel mandato: 7,5 punti.
  • Gennaio 2011 (51,8): l'indice crolla ai livelli più bassi di sempre (per S. Berlusconi). Molte le motivazioni: 1. la virulenza degli attacchi che il Premier lancia agli avversari, poco da "moderato"; 2. questo Governo fa poco e quel poco è ad uso e consumo del Premier (poco importa che sia o non sia così: è così che viene percepito); 3. la vicenda Ruby ed i presunti festini di Arcore, che disturbano soprattutto per la mancanza di dignità della vicenda; 4. il federalismo che, al di sotto della Pianura Padana (ma non solo), ai più non va giù.
  • Febbraio 2011 (51,9): (esemplificazione di una situazione estremamente più complessa e articolata:) nella prima metà del mese il Premier, al centro del "caso Ruby" sui media nazionali ed internazionali, vede l'indice scendere per la prima volta sotto il 50% (fino a 48,1); nella seconda parte del mese, quando riprende in mano la maggioranza parlamentare (agli italiani piacciono i leader forti e sicuri) recupera.
  • Marzo 2011 (48,9): Berlusconi paga la campagna anti giudici e quella che viene ritenuta una pessima gestione, a livello internazionale, sia della crisi libica che dell'immigrazione.
  • Aprile 2011 (50,2): indice depresso dal giudizio sull'incontro con Sarkozy di fine mese. Ma sembra di essere oramai al cospetto di uno "zoccolo duro", molto ampio, di "fedeli" del Premier, presto pronti a "perdonare" anche quello che in un primo momento non approvano. Così che complessivamente si torna sopra quota 50.

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