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Chiudiamo, a distanza di poco più di un mese (era il 23 luglio) dall'apertura a Monza degli uffici distaccati di alcuni ministeri, il relativo sondaggio.
Va detto che, nonostante il successo di una media di circa 600 votanti a settimana, il sondaggio non è più di attualità, perché: - si è trattato di tanto fumo e niente arrosto;
- l'Italia è presa da problemi ben più gravi e reali, quelli della nostra crisi economica e delle varie manovre annunciate/ipotizzate per contrastarla.
In realtà, nonostante l'eco dei media, e la dura e tempestiva presa di posizione del Capo dello Stato, si è trattato di poco meno di una presa in giro, soprattutto per i cittadini leghisti, che ha dimostrato solamente quanto attualmente il governo sia debole (gli uffici distaccati dei ministeri sono stati aperti senza una decisione ufficiale del Governo, all'insaputa di alcuni e con la tacita quiescenza di altri). I risultati sono chiari, anche se assolutamente non plebiscitari: il 64,6% è per il no, quasi due cittadini su tre. E proprio questo risultato del sondaggio, cioè che il 35,4% dei votanti sia favorevole, è in effetti l'unico elemento interessante dell'accaduto e dovrebbe far riflettere. Siete favorevoli al trasferimento al Nord di alcuni ministeri o alla creazione di specifiche delegazioni? (2373 voti)
Sì, sarebbe il giusto riconoscimento per una parte fondamentale del Paese - 5.9%
 
Sì, mi vergogno quando all'estero mi accostano ad una capitale che non sento mia - 2.4%
 
Sì, sarebbe un ottimo investimento e darebbe una svolta ad un apparato quanto meno inefficiente - 21.8%
 
Sì, "Roma ladrona" - 4.7%
 
Sì, altro - 0.6%
 
No, Roma è la nostra capitale, anche costituzionalmente - 8.8%
 
No, qualunque nazione avesse Roma al proprio interno sarebbe orgogliosa di farne la propria capitale, come lo sono io - 7.1%
 
No, sarebbe un enorme ed inutile dispendio di denaro pubblico - 46.3%
 
No, "Lega ladrona" - 2.1%
 
No, altro - 0.3%
 
| --------------------------------------- Per concludere va come sempre ricordato come i sondaggi online free presenti su questo sito abbiano valore puramente indicativo, in quanto il campione non è stato selezionato secondo criteri socio-demografici di rappresentatività della popolazione. Se desiderate un sondaggio o una ricerca di mercato sicuramente rappresentativi, contattateci per uno studio ad hoc.
I grandi carichi di lavoro che abitualmente accompagnano l'approssimarsi delle meritate ferie estive, ci impediscono la pubblicazione tempestiva del consuntivo gratuito dell'indice Cercom sulle aspettative della qualità della vita ad un anno (in forte calo) e sul gradimento del Premier (anticipiamo che a luglio è sceso al minimo storico di 41,8, e la tendenza è in netta discesa). I Clienti a pagamento abbonati a queste ricerche riceveranno, ovviamente, all'inizio della prossima settimana questi dati all'interno del rapporto completo. Ci dispiace per gli altri visitatori di queste pagine dell'Osservatorio Sociale, che sappiamo essere tanti, ma la mole di lavoro che attualmente affrontiamo ha la precedenza...: rimedieremo non appena possibile. Tanto le ferie (purtroppo...) saranno brevissime. Grazie.
Giugno 2011Continua la discesa, tutto sommato moderata, dell'indice Cercom sulle aspettative sulla qualità della vita ad un anno, che si assesta a 98,8. La recrudescenza della crisi greca, le incertezze sul Governo ed i litigi al suo interno, la prospettiva di un declassamento del rating delle banche italiane, producono solo una "misera" discesa di 0,8 punti. Stiamo, in pratica, imparando a convivere con una crisi che dura oramai da anni: "per la propria salute mentale" oltre che economica, prevale tra gli italiani la convinzione che ad un anno tanto peggio non potrà andare. Quanto questa sia una "pia speranza" o una sensata previsione, ce lo diranno già i prossimi mesi (e mentre scriviamo già si presenta una situazione "infuocata").
Questo è solo un breve e sommario estratto di un'ampia e dettagliata ricerca di mercato a pagamento.
Cliccare sull'immagine per ingrandirla. Gli ultimi 12 mesi:
- Luglio 2010 (108,2): diversi dati macroeconomici, in particolare quelli italiani sulla produzione industriale, spingono all'ottimismo.
- Agosto 2010 (109,1): la disdicevole diatriba interna al Governo (o meglio, ai partiti che lo sostengono) mitiga solo parzialmente il consueto ottimismo estivo, ma non lo annulla, tanto che con 109,1 si registra il secondo miglior risultato di sempre. I dati economico-finanziari parlano di ripresa molto debole.
- Settembre 2010 (109,3): nel tener alto l'indice recita un ruolo importante anche la consapevolezza che, nel pieno della crisi, quando tutte le previsioni erano pessimistiche, non sia andata poi tanto male. Allora perché non aver fiducia adesso, che la "ripresina" è iniziata?.
- Ottobre 2010 (106,0): finito l'ottimismo estivo, c'è incertezza per la ripresa estremamente debole e per la tenuta del Governo. Molto contribuisce anche la situazione Fiat e le dichiarazioni dell'A.D. Marchionne.
- Novembre 2010 (104,8): tutti gli organi economico-finanziari internazionali e e nazionali mettono l'Italia in coda per la ripresa, molto lontana dalle altre "grandi" nazioni. Sale la disoccupazione, diminuiscono le esportazioni, tiene la spesa interna.
- Dicembre 2010 (102,1): tra una canzone natalizia e l'altra i cittadini apprendono che la crisi è tutt'altro che superata, e l'Italia è in difficoltà, non solo per la ripresa, ma anche per la tenuta economica del Paese.
- Gennaio 2011 (100,1): le indicazioni economiche, che dopo Grecia e Irlanda fanno trasparire (in lontananza) l'Italia come una candidata al tracollo economico, deprimono fortemente l'indice, anche se nessuno ci crede veramente. Le vicende del Premier (caso Ruby), che gli fanno toccare il più basso indice di gradimento (vedere articolo sull'apposito indice), contribuiscono non poco a deprimere ulterioprmente le aspettative.
- Febbraio 2011 (102,9): due elementi contribuiscono a questo ottimismo: 1°. il governo ritrova la propria stabilità; 2°. (paradossalmente) la decisone con cui tutti gli indicatori, nazionali e internazionali, posizionano l'Italia al più basso livello di crescita tra le maggiori nazioni industrializzate, che "fa mettere l'animo in pace" agli italiani, che sanno che l'economia comunque crescerà, poco ma crescerà.
- Marzo 2011 (100): è un mese nero (si fa per dire) per l'apprezzamento del governo, ed anche se non ci sono in vista cambiamenti, l'indice scende. L'aumento delle accise sulla benzina fa il resto.
- Aprile 2011 (100,9): nessuna novità (o meglio tante novità e non-novità marginali) e l'indice continua a rimbalzare su quota 100.
- Maggio 2011 (99,6): a livello di indicatori economici non è cambiato praticamente niente, e si continua a navigare in una mediocrità che mese dopo mese ci fa perdere posizioni tra le nazioni industrializzate. Quello che deprime è soprattutto il dubbio sulla saldezza della maggioranza, la sua capacità (fa poco o niente) e possibilità (numerica) di governare.
- Giugno 2011 (98,8): la recrudescenza della crisi greca, le incertezze sul Governo ed i litigi al suo interno, la prospettiva di un declassamento del rating delle banche italiane, producono solo una "misera" discesa di 0,8 punti: la crisi dura oramai da anni, e, "per la propria salute mentale" oltre che economica, prevale tra gli italiani la convinzione che ad un anno tanto peggio non potrà andare.
Giugno. Brutto mese per il Premier, ma avrebbe potuto essere peggiore. Dopo aver incassato una (dai più inaspettata, anche nelle dimensioni) batosta sui referendum, genera/affronta la tempesta di una manovra economica annunciata, che scontenta i più (per dettagli consultare la nostra ampia ricerca di mercato a pagamento). A contorno i soliti scandali/scandaletti/intercettazioni di turno, i litigi con Tremonti e le lotte e incomprensioni con la Lega. L'indice Cercom perde solo 8 decimi di punto, tutto sommato un successo...
Quello appena riportato è solo un estratto, un'esemplificazione, di una situazione estremamente più complessa e articolata, illustrata nell'apposito rapporto di un ampia ricerca di mercato a pagamento, il nostro "Osservatorio Sociale". Se siete interessati a sottoscriverla, contattateci. Cliccare sull'immagine per ingrandirla. E' successo negli ultimi 12 mesi- Luglio 2010 (63,7): gli italiani apprezzano soprattutto il rinnovato "piglio" e la "centralità" (= attiva presenza) negli avvenimenti politici del Paese da parte del Premier.
- Agosto 2010 (62,1): discesa dovuta alla diatriba infinita con Fini, agli attacchi diretti al Presidente della Camera da alcuni giornali percepiti come vicinissimi al Presidente del Consiglio, ad un notevole immobilismo del Governo (tipico delle pause estive), al legittimo dubbio se chi non è capace di tenere unita una maggioranza, sia poi adatto a guidare il Governo. Ma si tratta complessivamente di una perdita di consenso minimo, niente di paragonabile a quanto era avvenuto con Prodi in una situazione conflittuale simile: un successo.
- Settembre 2010 (63,8): tra minacce di elezioni un giorno sì e l'altro no, e la scissione dei parlamentari finiani alle porte, il Premier ricompatta le fila dei propri sostenitori.
- Ottobre 2010 (59,2): il premier paga sopprattutto la sensazione, presso i cittadini, di immobilità del Governo, che si affanna solo per leggi ritenute ad personam.
- Novembre 2010 (52,6): il Premier paga un mese da "perdente": l'idea che possa essere sfiduciato lo fa abbandonare da molti, e "tocca il fondo" del suo mandato. L'ennesimo "scandalo" (?) per le escort (ma una volta non si chiamavano così) più o meno maggiorenni da il colpo di grazia.
- Dicembre 2010 (60,1): il Premier ottiene la fiducia, è nuovamente "vincente", poi è Natale... Il maggiore recupero nel mandato: 7,5 punti.
- Gennaio 2011 (51,8): l'indice crolla ai livelli più bassi di sempre (per S. Berlusconi). Molte le motivazioni: 1. la virulenza degli attacchi che il Premier lancia agli avversari, poco da "moderato"; 2. questo Governo fa poco e quel poco è ad uso e consumo del Premier (poco importa che sia o non sia così: è così che viene percepito); 3. la vicenda Ruby ed i presunti festini di Arcore, che disturbano soprattutto per la mancanza di dignità della vicenda; 4. il federalismo che, al di sotto della Pianura Padana (ma non solo), ai più non va giù.
- Febbraio 2011 (51,9): (esemplificazione di una situazione estremamente più complessa e articolata:) nella prima metà del mese il Premier, al centro del "caso Ruby" sui media nazionali ed internazionali, vede l'indice scendere per la prima volta sotto il 50% (fino a 48,1); nella seconda parte del mese, quando riprende in mano la maggioranza parlamentare (agli italiani piacciono i leader forti e sicuri) recupera.
- Marzo 2011 (48,9): Berlusconi paga la campagna anti giudici e quella che viene ritenuta una pessima gestione, a livello internazionale, sia della crisi libica che dell'immigrazione.
- Aprile 2011 (50,2): indice depresso dal giudizio sull'incontro con Sarkozy di fine mese. Ma sembra di essere oramai al cospetto di uno "zoccolo duro", molto ampio, di "fedeli" del Premier, presto pronti a "perdonare" anche quello che in un primo momento non approvano. Così che complessivamente si torna sopra quota 50.
- Maggio 2011 (43,7): perde 6,5 punti in un solo mese, oltre 20 da maggio 2010 a maggio 2011. Il Premier paga la sconfitta della propria coalizione alla prima tornata delle elezioni (agli italiani non piacciono i perdenti), e, a fine mese, l'improvvida conversazione con l'esterefatto Presidente U.S.A..
- Giugno 2011 (42,9): dopo aver incassato una (dai più) inaspettata batosta sui referendum, il Premier genera/affronta la tempesta di una manovra economica annunciata che scontenta i più. A contorno i soliti scandali/scandaletti/intercettazioni di turno, i litigi con Tremonti e le lotte e incomprensioni con la Lega. L'indice Cercom perde solo 8 decimi di punto, tutto sommato un successo...
A ridosso della presentazione preliminare dell'ampia manovra economica quadriennale riteniamo di chiudere, con 2300 votanti, questo sondaggio che sigilla i primi tre anni di questo governo Berlusconi. I prossimi due anni (se ci saranno, ovviamente) potrebbero essere diversi o comunque statisticamente non più coerenti con i primi tre.
Il "Partito del fare" esiste solo per il 27,5% dei votanti, quindi per una percentuale molto inferiore agli elettori dei partiti al Governo, in tutte le elezioni del passato triennio (anche considerando proporzionalmente "contro" parte dei non votanti alle elezioni).
Per il 60,6% il "Parito del fare" non esiste più, se mai è esistito.
--------------------------------------- Per concludere va come sempre ricordato come i sondaggi online free presenti su questo sito abbiano valore puramente indicativo, in quanto il campione non è stato selezionato secondo criteri socio-demografici di rappresentatività della popolazione. Se desiderate un sondaggio o una ricerca di mercato sicuramente rappresentativi, contattateci per uno studio ad hoc.
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Metodologie
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