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Settembre 2011

La crisi economica internazionale, e le conseguenti speculazioni finanziarie, continuano a tenere sotto pressione l'Italia, l'ultimo anello debole, in ordine di tempo, dell'Europa dell'Euro. L'Indice Cercom sulle aspettative sulla qualità della vita ad un anno scende così a 89,9: quasi 20 punti in meno rispetto all'anno scorso.

Ciò che demoralizza maggiormente gli italiani è: l'incapacità dimostrata dal governo di gestire in modo professionale la crisi; lo scarso rispetto e autorevolezza di cui "godiamo" in ambito internazionale; un Premier che sembra sempre più preso da questioni strettamente personali, che non invitano al rispetto; l'evidente frattura tra il Premier ed il Ministro dell'Economia e delle Finanze Tremonti, così come i dissidi interni al PdL e alla Lega.

Non ci sono prospettive che possano invogliare ad un qualche ottimismo, e l'indice scende anche al di sotto di quello registrato nei mesi caldi dell'inizio della crisi internazionale.

Questo è solo un breve e sommario estratto di un'ampia e dettagliata ricerca di mercato a pagamento.


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Gli ultimi 12 mesi:

  • Ottobre 2010 (106,0): finito l'ottimismo estivo, c'è incertezza per la ripresa estremamente debole e per la tenuta del Governo. Molto contribuisce anche la situazione Fiat e le dichiarazioni dell'A.D. Marchionne.
  • Novembre 2010 (104,8): tutti gli organi economico-finanziari internazionali e e nazionali mettono l'Italia in coda per la ripresa, molto lontana dalle altre "grandi" nazioni. Sale la disoccupazione, diminuiscono le esportazioni, tiene la spesa interna.
  • Dicembre 2010 (102,1): tra una canzone natalizia e l'altra i cittadini apprendono che la crisi è tutt'altro che superata, e l'Italia è in difficoltà, non solo per la ripresa, ma anche per la tenuta economica del Paese.
  • Gennaio 2011 (100,1): le indicazioni economiche, che dopo Grecia e Irlanda fanno trasparire (in lontananza) l'Italia come una candidata al tracollo economico, deprimono fortemente l'indice, anche se nessuno ci crede veramente. Le vicende del Premier (caso Ruby), che gli fanno toccare il più basso indice di gradimento (vedere articolo sull'apposito indice), contribuiscono non poco a deprimere ulterioprmente le aspettative.
  • Febbraio 2011 (102,9): due elementi contribuiscono a questo ottimismo: 1°. il governo ritrova la propria stabilità; 2°. (paradossalmente) la decisone con cui tutti gli indicatori, nazionali e internazionali, posizionano l'Italia al più basso livello di crescita tra le maggiori nazioni industrializzate, che "fa mettere l'animo in pace" agli italiani, che sanno che l'economia comunque crescerà, poco ma crescerà.
  • Marzo 2011 (100): è un mese nero (si fa per dire) per l'apprezzamento del governo, ed anche se non ci sono in vista cambiamenti, l'indice scende. L'aumento delle accise sulla benzina fa il resto.
  • Aprile 2011 (100,9): nessuna novità (o meglio tante novità e non-novità marginali) e l'indice continua a rimbalzare su quota 100.
  • Maggio 2011 (99,6): a livello di indicatori economici non è cambiato praticamente niente, e si continua a navigare in una mediocrità che mese dopo mese ci fa perdere posizioni tra le nazioni industrializzate. Quello che deprime è soprattutto il dubbio sulla saldezza della maggioranza, la sua capacità (fa poco o niente) e possibilità (numerica) di governare.
  • Giugno 2011 (98,8): la recrudescenza della crisi greca, le incertezze sul Governo ed i litigi al suo interno, la prospettiva di un declassamento del rating delle banche italiane, producono solo una "misera" discesa di 0,8 punti: la crisi dura oramai da anni, e, "per la propria salute mentale" oltre che economica, prevale tra gli italiani la convinzione che ad un anno tanto peggio non potrà andare.
  • Luglio 2011 (96,5): è ormai chiaro che l'Italia è stata presa di mira dalla speculazione internazionale. I cittadini temono contemporaneamente una manovra "punitiva" e che il Governo sottovaluti il problema.
  • Agosto 2011 (94,1): continua la discesa, favorita dalla crisi economica internazionale, che vede nell'Italia uno degli anelli deboli su cui speculare. L'approccio dilettantesco del Governo, con manovre annunciate, "approvate" internazionalmente, poi cambiate anche radicalmente con cadenza quasi giornaliera, levano molte speranze ai cittadini, e l'indice Cercom sulle aspettative sulla qualità della vita ad un anno scende a 94,1: esattamente 15 punti in meno rispetto all'agosto 2010.
  • Settembre 2011 (89,9): la crisi economica internazionale, e le conseguenti speculazioni finanziarie, continuano a tenere sotto pressione l'Italia, Ciò che demoralizza maggiormente gli italiani è: l'incapacità dimostrata dal governo di gestire in modo professionale la crisi; lo scarso rispetto e autorevolezza di cui "godiamo" in ambito internazionale; un Premier che sembra sempre più preso da questioni strettamente personali, che non invitano al rispetto; l'evidente frattura tra il Premier ed il Ministro Tremonti, così come i dissidi interni al PdL e alla Lega..


Settembre.
Crollo verticale dell'indice di gradimento del Premier che si assesta al 23,4, perdendo in un solo mese quasi 13 punti, calo record in oltre 5 anni di questo Osservatorio Sociale. Due le brutte notizie per il Premier (oltre ai 13 punti persi, ovviamente): 1. dall'inizio del suo mandato ha dissipato oltre 2/3 dei favori di cui godeva; 2. con 23,4 è "piombato" in piena zona Prodi (fino ad agosto non ci si era neanche avvicinato), Premier molto poco amato dagli italiani.

Questi i fattori principali (qui non in ordine di importanza, nello studio a pagamento sì, anche con le percentuali) che hanno determinato questo crollo, sempre, ovviamente, secondo gli intervistati:

  1. la maniera dilettantesca con cui è stata trattata la crisi economica nazionale nei mesi di luglio ed agosto (al riguardo vedere i commenti al mese di agosto);
  2. l'evidente frattura con il Ministro dell'Economia e delle Finanze Tremonti, con parte del PdL e della Lega;
  3. il fatto che sia andato con delle "escort" (usando un eufemismo), perché, in estrema sintesi, uno che va a donne è stimato da buona parte della popolazione maschile (poco da quella femminile), uno che va con... "escort" da nessuno;
  4. la frase intercettata al telefono con Walter Lavitola "me ne vado da questo paese di merda di cui sono nauseato", resa pubblica il 1° del mese;
  5. la frase intercettata al telefono con Gianpaolo Tarantini: "faccio il Premier a tempo perso", resa pubblica il 17;
  6. tempi, modi e "vanti" delle sue prestazioni sessuali, tutto ritenuto poco adatto per chi deve guidarci e rappresentarci internazionalmente.

Come si vede molte "condanne", anche di ordine pratico oltre che morale. Restano, oramai, ad apprezzarlo, poco più dei fedelissimi. Una buona parte di chi lo apprezza dichiara di non credere a niente di quanto pubblicato dai media, e che se anche così fosse non lo condannerebbero ugualmente (diverse motivazioni).

Quello appena riportato è solo un estratto, un'esemplificazione, di una situazione estremamente più complessa e articolata, illustrata nell'apposito rapporto di un ampia ricerca di mercato a pagamento, il nostro "Osservatorio Sociale". Se siete interessati a sottoscriverla, contattateci.



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E' successo negli ultimi 12 mesi
  • Ottobre 2010 (59,2): il premier paga sopprattutto la sensazione, presso i cittadini, di immobilità del Governo, che si affanna solo per leggi ritenute ad personam.
  • Novembre 2010 (52,6): il Premier paga un mese da "perdente": l'idea che possa essere sfiduciato lo fa abbandonare da molti, e "tocca il fondo" del suo mandato. L'ennesimo "scandalo" (?) per le escort (ma una volta non si chiamavano così) più o meno maggiorenni da il colpo di grazia.
  • Dicembre 2010 (60,1): il Premier ottiene la fiducia, è nuovamente "vincente", poi è Natale... Il maggiore recupero nel mandato: 7,5 punti.
  • Gennaio 2011 (51,8): l'indice crolla ai livelli più bassi di sempre (per S. Berlusconi). Molte le motivazioni: 1. la virulenza degli attacchi che il Premier lancia agli avversari, poco da "moderato"; 2. questo Governo fa poco e quel poco è ad uso e consumo del Premier (poco importa che sia o non sia così: è così che viene percepito); 3. la vicenda Ruby ed i presunti festini di Arcore, che disturbano soprattutto per la mancanza di dignità della vicenda; 4. il federalismo che, al di sotto della Pianura Padana (ma non solo), ai più non va giù.
  • Febbraio 2011 (51,9): (esemplificazione di una situazione estremamente più complessa e articolata:) nella prima metà del mese il Premier, al centro del "caso Ruby" sui media nazionali ed internazionali, vede l'indice scendere per la prima volta sotto il 50% (fino a 48,1); nella seconda parte del mese, quando riprende in mano la maggioranza parlamentare (agli italiani piacciono i leader forti e sicuri) recupera.
  • Marzo 2011 (48,9): Berlusconi paga la campagna anti giudici e quella che viene ritenuta una pessima gestione, a livello internazionale, sia della crisi libica che dell'immigrazione.
  • Aprile 2011 (50,2): indice depresso dal giudizio sull'incontro con Sarkozy di fine mese. Ma sembra di essere oramai al cospetto di uno "zoccolo duro", molto ampio, di "fedeli" del Premier, presto pronti a "perdonare" anche quello che in un primo momento non approvano. Così che complessivamente si torna sopra quota 50.
  • Maggio 2011 (43,7): perde 6,5 punti in un solo mese, oltre 20 da maggio 2010 a maggio 2011. Il Premier paga la sconfitta della propria coalizione alla prima tornata delle elezioni (agli italiani non piacciono i perdenti), e, a fine mese, l'improvvida conversazione con l'esterefatto Presidente U.S.A..
  • Giugno 2011 (42,9): dopo aver incassato una (dai più) inaspettata batosta sui referendum, il Premier genera/affronta la tempesta di una manovra economica annunciata che scontenta i più. A contorno i soliti scandali/scandaletti/intercettazioni di turno, i litigi con Tremonti e le lotte e incomprensioni con la Lega. L'indice Cercom perde solo 8 decimi di punto, tutto sommato un successo...
  • Luglio 2011 (41,8): dopo la condanna per il lodo Mondadori il Premier scende sotto quota 40, che riconquista con settimane di basso profilo e quasi assoluto silenzio.
  • Agosto 2011 (36,1): la crisi economica internazionale "punta" l'Italia. Due manovre correttive, gestite in maniera dilettantesca, tra annunci, dietrofront, correzioni, nuovi annunci, nuove correzioni... e dubbi diffusi e "trasversali" sulla loro equità ed efficacia, fa crollare l'indice di popolarità.
  • Settembre 2011 (23,4): crollo di 12,7 punti per il Premier, provocato presso gli intervistati da: la maniera dilettantesca con cui è stata trattata la crisi economica nazionale nei mesi di luglio ed agosto; l'evidente frattura con il Ministro Tremonti, con parte del PdL e della Lega; il fatto che sia andato con delle "escort", perché, in estrema sintesi, uno che va a donne è stimato da buona parte della popolazione maschile (poco da quella femminile), uno che va con... "escort" da nessuno; la frase intercettata al telefono con Walter Lavitola "me ne vado da questo paese di merda di cui sono nauseato", resa pubblica il 1° del mese; la frase intercettata al telefono con Gianpaolo Tarantini: "faccio il Premier a tempo perso", resa pubblica il 17; tempi, modi e "vanti" delle prestazioni sessuali, tutto ritenuto poco adatto per chi deve guidarci e rappresentarci internazionalmente.

Il Ponte sullo Stretto non si farà né oggi né mai: lo sanno bene i siciliani, di tutte le età, che ne sentono parlare da quando erano bambini. L'opera, che dovrebbe dare un enorme slancio all'economia siciliana e dell'intero Mezzogiorno, e dovrebbe levare la Sicilia dal parziale isolamento di cui soffre/gode, non si farà, al di là di qualsiasi dichiarazione di facciata. La discussione è quindi meramente teorica, ipotetica.

Abbiamo effettuato anche degli approfondimenti con interviste motivazionali singole, ed è emerso

  • che secondo alcuni è una questione di soldi,
  • mentre secondo altri i soldi non c'entrano niente, essendo gia stato finanziato tutto (tranne le opere di "risarcimento" ai comuni interessati);
  • per altri ancora si tratta di interessi locali (spesso mafiosi, in particolare secondo i non siciliani che osservano da lontano, magari con pregiudizi);
  • molto probabilmente non per via della Mafia, secondo i siciliani, che fanno notare tutto l'interesse della malavita organizzata a mettere le mani sui ricchi appalti;
  • non manca chi sottolinea il ruolo importante e consapevole degli ecologisti, che si oppongono ad un'opera che distruggerebbe la natura locale,
  • mentre altri sottolineano che opere di questa portata, in Europa e nel mondo, sono meta di viaggi turistici per ammirarne la magnificenza, e che l'atteggiamento degli ecologisti è immotivato e aprioristico;
  • infine diversi siciliani ritengono che il Ponte potrebbe portare una nuova ricchezza al Sud, spostando l'asse economico nazionale, e molti "nel Continente" non vogliono questo;
  • ecc., ecc., ...

In realtà non c'è un unico vero e proprio "perché", o alcuni chiari "perché": è un intreccio di interessi, prevalentemente politici ma non solo, a tutti i livelli, che non si sa bene dove inizino e dove finiscano; un intreccio comunque impossibile da districare, soprattutto con questa classe politica. E con la precedente. E con quella prima ancora. ...

E' favorevole al ponte l'81,7% dei siciliani, residenti in Sicilia e non (o anche non siciliani ma residenti in Sicilia) ed il 72,5% del restante della popolazione. Quello che emerge dal sondaggio è, quindi, che il ponte lo vorrebbero praticamente tutti, in particolar modo i siciliani; anche se, soprattutto questi ultimi, sanno che non lo vedranno mai.


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Per concludere va come sempre ricordato come i sondaggi online free presenti su questo sito abbiano valore puramente indicativo, in quanto il campione non è stato selezionato secondo criteri socio-demografici di rappresentatività della popolazione. Se desiderate un sondaggio o una ricerca di mercato sicuramente rappresentativi, contattateci per uno studio ad hoc.



Agosto 2011

Continua la discesa, favorita dalla crisi economica internazionale, che vede nell'Italia uno degli anelli deboli su cui speculare. L'approccio dilettantesco del Governo, con manovre annunciate, "approvate" internazionalmente, poi cambiate anche radicalmente con cadenza quasi giornaliera, leva molte speranze ai cittadini, e l'indice Cercom sulle aspettative sulla qualità della vita ad un anno scende a 94,1: esattamente 15 punti in meno rispetto all'agosto 2010.

Questo è solo un breve e sommario estratto di un'ampia e dettagliata ricerca di mercato a pagamento.


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Gli ultimi 12 mesi:

  • Settembre 2010 (109,3): nel tener alto l'indice recita un ruolo importante anche la consapevolezza che, nel pieno della crisi, quando tutte le previsioni erano pessimistiche, non sia andata poi tanto male. Allora perché non aver fiducia adesso, che la "ripresina" è iniziata?.
  • Ottobre 2010 (106,0): finito l'ottimismo estivo, c'è incertezza per la ripresa estremamente debole e per la tenuta del Governo. Molto contribuisce anche la situazione Fiat e le dichiarazioni dell'A.D. Marchionne.
  • Novembre 2010 (104,8): tutti gli organi economico-finanziari internazionali e e nazionali mettono l'Italia in coda per la ripresa, molto lontana dalle altre "grandi" nazioni. Sale la disoccupazione, diminuiscono le esportazioni, tiene la spesa interna.
  • Dicembre 2010 (102,1): tra una canzone natalizia e l'altra i cittadini apprendono che la crisi è tutt'altro che superata, e l'Italia è in difficoltà, non solo per la ripresa, ma anche per la tenuta economica del Paese.
  • Gennaio 2011 (100,1): le indicazioni economiche, che dopo Grecia e Irlanda fanno trasparire (in lontananza) l'Italia come una candidata al tracollo economico, deprimono fortemente l'indice, anche se nessuno ci crede veramente. Le vicende del Premier (caso Ruby), che gli fanno toccare il più basso indice di gradimento (vedere articolo sull'apposito indice), contribuiscono non poco a deprimere ulterioprmente le aspettative.
  • Febbraio 2011 (102,9): due elementi contribuiscono a questo ottimismo: 1°. il governo ritrova la propria stabilità; 2°. (paradossalmente) la decisone con cui tutti gli indicatori, nazionali e internazionali, posizionano l'Italia al più basso livello di crescita tra le maggiori nazioni industrializzate, che "fa mettere l'animo in pace" agli italiani, che sanno che l'economia comunque crescerà, poco ma crescerà.
  • Marzo 2011 (100): è un mese nero (si fa per dire) per l'apprezzamento del governo, ed anche se non ci sono in vista cambiamenti, l'indice scende. L'aumento delle accise sulla benzina fa il resto.
  • Aprile 2011 (100,9): nessuna novità (o meglio tante novità e non-novità marginali) e l'indice continua a rimbalzare su quota 100.
  • Maggio 2011 (99,6): a livello di indicatori economici non è cambiato praticamente niente, e si continua a navigare in una mediocrità che mese dopo mese ci fa perdere posizioni tra le nazioni industrializzate. Quello che deprime è soprattutto il dubbio sulla saldezza della maggioranza, la sua capacità (fa poco o niente) e possibilità (numerica) di governare.
  • Giugno 2011 (98,8): la recrudescenza della crisi greca, le incertezze sul Governo ed i litigi al suo interno, la prospettiva di un declassamento del rating delle banche italiane, producono solo una "misera" discesa di 0,8 punti: la crisi dura oramai da anni, e, "per la propria salute mentale" oltre che economica, prevale tra gli italiani la convinzione che ad un anno tanto peggio non potrà andare.
  • Luglio 2011 (96,5): è ormai chiaro che l'Italia è stata presa di mira dalla speculazione internazionale. I cittadini temono contemporaneamente una manovra "punitiva" e che il Governo sottovaluti il problema.
  • Agosto 2011 (94,1): continua la discesa, favorita dalla crisi economica internazionale, che vede nell'Italia uno degli anelli deboli su cui speculare. L'approccio dilettantesco del Governo, con manovre annunciate, "approvate" internazionalmente, poi cambiate anche radicalmente con cadenza quasi giornaliera, levano molte speranze ai cittadini, e l'indice Cercom sulle aspettative sulla qualità della vita ad un anno scende a 94,1: esattamente 15 punti in meno rispetto all'agosto 2010.


Agosto. Brutto mese per l'Italia, gestito in maniera pessima dal Governo (anche prescindendo da giudizi nel merito e restando nell'ambito della professionalità e della comunicazione), con conseguente crollo dell'indice a 36,1. La crisi economica internazionale "punta" l'Italia. Due manovre correttive, gestite in maniera dilettantesca, tra annunci, dietrofront, correzioni, nuovi annunci, nuove correzioni... e dubbi diffusi e "trasversali" sulla loro equità ed efficacia, fa crollare l'indice di popolarità del Premier. Il 36,1% fatto registrare ad Agosto non tragga in inganno: si tratta di una media mensile. La situazione mentre scriviamo è nettamente peggiore.
Quello appena riportato è solo un estratto, un'esemplificazione, di una situazione estremamente più complessa e articolata, illustrata nell'apposito rapporto di un ampia ricerca di mercato a pagamento, il nostro "Osservatorio Sociale". Se siete interessati a sottoscriverla, contattateci.



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E' successo negli ultimi 12 mesi
  • Settembre 2010 (63,8): tra minacce di elezioni un giorno sì e l'altro no, e la scissione dei parlamentari finiani alle porte, il Premier ricompatta le fila dei propri sostenitori.
  • Ottobre 2010 (59,2): il premier paga sopprattutto la sensazione, presso i cittadini, di immobilità del Governo, che si affanna solo per leggi ritenute ad personam.
  • Novembre 2010 (52,6): il Premier paga un mese da "perdente": l'idea che possa essere sfiduciato lo fa abbandonare da molti, e "tocca il fondo" del suo mandato. L'ennesimo "scandalo" (?) per le escort (ma una volta non si chiamavano così) più o meno maggiorenni da il colpo di grazia.
  • Dicembre 2010 (60,1): il Premier ottiene la fiducia, è nuovamente "vincente", poi è Natale... Il maggiore recupero nel mandato: 7,5 punti.
  • Gennaio 2011 (51,8): l'indice crolla ai livelli più bassi di sempre (per S. Berlusconi). Molte le motivazioni: 1. la virulenza degli attacchi che il Premier lancia agli avversari, poco da "moderato"; 2. questo Governo fa poco e quel poco è ad uso e consumo del Premier (poco importa che sia o non sia così: è così che viene percepito); 3. la vicenda Ruby ed i presunti festini di Arcore, che disturbano soprattutto per la mancanza di dignità della vicenda; 4. il federalismo che, al di sotto della Pianura Padana (ma non solo), ai più non va giù.
  • Febbraio 2011 (51,9): (esemplificazione di una situazione estremamente più complessa e articolata:) nella prima metà del mese il Premier, al centro del "caso Ruby" sui media nazionali ed internazionali, vede l'indice scendere per la prima volta sotto il 50% (fino a 48,1); nella seconda parte del mese, quando riprende in mano la maggioranza parlamentare (agli italiani piacciono i leader forti e sicuri) recupera.
  • Marzo 2011 (48,9): Berlusconi paga la campagna anti giudici e quella che viene ritenuta una pessima gestione, a livello internazionale, sia della crisi libica che dell'immigrazione.
  • Aprile 2011 (50,2): indice depresso dal giudizio sull'incontro con Sarkozy di fine mese. Ma sembra di essere oramai al cospetto di uno "zoccolo duro", molto ampio, di "fedeli" del Premier, presto pronti a "perdonare" anche quello che in un primo momento non approvano. Così che complessivamente si torna sopra quota 50.
  • Maggio 2011 (43,7): perde 6,5 punti in un solo mese, oltre 20 da maggio 2010 a maggio 2011. Il Premier paga la sconfitta della propria coalizione alla prima tornata delle elezioni (agli italiani non piacciono i perdenti), e, a fine mese, l'improvvida conversazione con l'esterefatto Presidente U.S.A..
  • Giugno 2011 (42,9): dopo aver incassato una (dai più) inaspettata batosta sui referendum, il Premier genera/affronta la tempesta di una manovra economica annunciata che scontenta i più. A contorno i soliti scandali/scandaletti/intercettazioni di turno, i litigi con Tremonti e le lotte e incomprensioni con la Lega. L'indice Cercom perde solo 8 decimi di punto, tutto sommato un successo...
  • Luglio 2011 (41,8): dopo la condanna per il lodo Mondadori il Premier scende sotto quota 40, che riconquista con settimane di basso profilo e quasi assoluto silenzio.
  • Agosto 2011 (36,1): la crisi economica internazionale "punta" l'Italia. Due manovre correttive, gestite in maniera dilettantesca, tra annunci, dietrofront, correzioni, nuovi annunci, nuove correzioni... e dubbi diffusi e "trasversali" sulla loro equità ed efficacia, fa crollare l'indice di popolarità.

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