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Innanzi tutto grazie ai 2475 visitatori che ieri hanno partecipato al nostro exit poll libero (e gratuito) consentendoci di fornire, paradossalmente, i dati più attendibili dell'intero panorama nazionale: mentre tutti davano l'Unione in vantaggio di 4-5 punti percentuali, noi potevamo parlare di "leggero e statisticamente non significativo vantaggio del centro-destra".

Innanzi tutto perché "paradossalmente"? Perché, a fronte degli svariati milioni di Euro che gli altri exit poll erano costati, il nostro, assolutamente gratuito e statisticamente non sufficientemente strutturato, era risultato l'unico ad aver fotografato la realtà.

Quali errori?
Cosa è andato storto negli altri sondaggi exit poll? Premettiamo che siamo sicuri che siano stati svolti perfettamente secondo le regole; ma sono proprio le regole per l'esecuzione degli exit poll ad essere metodologicamente errate e superate.

Errore 1: l'errore maggiore è che non si può chiedere direttamente (o telefonicamente) agli elettori che cosa hanno votato, perché molti non vorranno far sapere a conoscenti o parenti di non aver votato così come gli altri si aspettavano. E' questo un "meccanismo" conosciuto da decenni, e che già 20-25 anni fa colpiva partiti come la DC di allora e l'MSI (l'attuale AN), posizionato su posizioni di destra molto radicali. Non era "chic" e "intelligente" votare per quei partiti, che nella realtà prendevano sistematicamente molti più consensi che agli exit poll. Lo stesso è successo (ed era facile prevederlo) per Berlusconi e la Cdl: era molto più "illuminato" votare per l'Unione, anche se poi, nel segreto dell'urna, molti elettori hanno preferito non rischiare di aprire la porta alle presenze estremiste dell'Unione. E/o hanno creduto, apprezzandole, alle promesse di eliminazione di ICI sulla prima casa e tassa dei rifiuti, votando per i propri interessi e contro le proprie tendenze politiche.

Errore 2: l'altro errore è stata la sottovalutazione dei meccanismi elettorali; ad un occhio esperto è apparso, infatti, ieri subito chiaro che i dati al Senato erano quanto meno stati letti male, in quanto il premio di maggioranza regionale poneva delle variabili che non erano state prese completamente in considerazione. Questo aveva certamente una logica pratica: prendere in considerazione tutte le variabili regionali avrebbe significato, in questo caso, proporre dei risultati nazionali con una forbice tale da rendere inutile l'exit poll stesso.

La soluzione
L'exit poll per via telematica, effettuato con una campionatura meticolosa ed una serie di controlli adeguati, risolve completamente l'errore 1. Per l'errore due bisogna evitare di seguire chi vuole qualcosa che la statistica non può dare: se la forbice era enorme, tale andava riportata. Piuttosto, però, andava prevista e preannunciata (cosa che magari sarà stata fatta, ma non pubblicamente).

Il vero problema è che un exit poll via Internet (con sussidi telematici locali) costerebbe solamente una minima frazione di quanto costa adesso.

Da parte nostra già dal 1996 stiamo sperimentando gli exit poll via Internet, e dal 1994 ci occupiamo di sondaggi via Web (forse nessun altro può dire lo stesso). Se qualcuno vuole richiedere la nostra consulenza (non ci interessa neanche lontanamente entrare direttamente nel grosso giro di affari di questi grandi appalti di ricerca) sa dove trovarci.


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